Aveva instaurato in casa un vero e

proprio “clima di terrore” l’uomo di 47 anni (e non 50, come

detto in un primo momento) arrestato dalla Polizia in Abruzzo

con le accuse di violenza sessuale aggravata e continuata sulla

figlia (da quando quest’ultima aveva 13), sulla moglie e di

maltrattamenti in famiglia, per un periodo di 20 anni.

   Aspetti dell’operazione “alba chiara” sono stati illustrati

ai giornalisti, a Matera, dal Procuratore della Repubblica,

Celestina Gravina, dal dirigente della squadra mobile, Nicola

Fucarino, e da un altro funzionario della Questura, Luisa

Fasano. Contro l’uomo gli agenti hanno eseguito un’ordinanza di

custodia cautelare in carcere emessa dal gip, Roberto

Scillitani, su richiesta del pm, Valeria Farina Valaori.

   Gli abusi sessuali ai danni della ragazza (che ora ha 22

anni) sono avvenuti in casa e fuori, fra il 2001 e il 2010; dal

1997, invece, l’uomo avrebbe costretto anche la moglie a subire

rapporti sessuali, in clima di maltrattamenti dei quali è

accusato a partire dal 1990.

   Le indagini sono cominciate dopo la denuncia della ragazza,

due mesi fa, all’indomani del rifiuto opposto al padre

all’ennesima richiesta di un rapporto sessuale. L’uomo si era

trasferito da qualche tempo nell’Aquilano, dove abitava con

altri muratori come lui, di diverse nazionalità. Il

trasferimento era stato deciso per il timore di essere

arrestato. (ANSA).