E’ partita con buoni auspici la vendemmia 2020 in Abruzzo, dove si prevede una annata di buona/ottima qualità che attiva un motore economico che genera fatturato per le aziende e opportunità di lavoro per persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale.
In Abruzzo, nonostante nel mese di agosto si temesse una riduzione della produzione a causa dell’andamento climatico stagionale (che ha generato incertezza sulle effettive potenzialità produttive di questa campagna vendemmiale), le prime settimane di vendemmia hanno invece regalato una sorpresa gradita facendo stimare, a questo punto, una produzione complessiva di 3.400.000 ettolitri, il 7% in più rispetto al 2019 (3.184.000 ettolitri) con una differenza stimata di 216.000 ettolitri (elaborazione Coldiretti su stime produttive di Ismea). La stagione ha permesso finora di “intervenire” poco sui vigneti per salvaguardarli da attacchi fungini tipici delle stagioni umide e temporalesche, determinando un ottimo stato sanitario delle uve.
Una annata interessante (anche se in termini quantitativi non si presenta del tutto uniforme) quindi, che deve fare i conti con le vendite di vino italiano che, nel mondo, sono in calo del 4% nel 2020 con una storica inversione di tendenza che non ha precedenti negli ultimi 30 anni a causa delle difficoltà registrate dalla ristorazione in tutto il mondo per l’emergenza coronavirus. “Un dato comunque preoccupante dopo il record nazionale di 6,4 miliardi fatto segnare lo scorso anno per le esportazioni di vino Made in Italy – sottolinea la Coldiretti – la vendemmia 2020 è la prima segnata dagli effetti della pandemia mondiale e delle tensioni commerciali internazionali”.
Coldiretti Abruzzo ricorda che in Cina, dove il virus ha colpito per primo, il consumo di bottiglie tricolori fra gennaio e maggio 2020 è crollato in valore del 44%, nel Regno Unito le vendite sono scese di quasi il 12% anche a causa delle incertezze e delle tensioni legate alla Brexit, la Francia ha ceduto il 14% mentre l’export in Germania e Stati Uniti, due dei principali mercati per l’Italia e anche per l’Abruzzo, è in leggero calo (- 1%). “Sul commercio nazionale con gli Usa – precisa la Coldiretti – è stato sventato per adesso il rischio dei dazi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che avrebbe oenalizzato non poco la nostra regione”.
A infondere ottimismo è tuttavia una vendemmia di grande qualità anche se l’andamento della raccolta dipenderà ancora molto dalle prossime settimane. La vitivinicoltura regionale – dice Coldiretti Abruzzo – nonostante le difficoltà collegate al Covid è una realtà importante tanto che l’Abruzzo può considerarsi oggi tra le regioni in cui il vino – con particolare riferimento al Montepulciano – ha saputo imporsi fino a diventarne l’immagine di riferimento, con una filiera che costituisce il principale comparto agricolo regionale (21% dell’intera PLV, la più elevata incidenza tra le regioni italiane) e una produzione media di vino rappresentata dal 70% di vini rossi e da un restante 30% di bianchi. “In tale ottica – aggiunge Coldiretti Abruzzo – non serve sottolineare che i posti di lavoro occasionali che la vendemmia rende disponibili sono tanti e avrebbero bisogno di una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che era stato introdotto per la prima volta in Italia proprio per la vendemmia e poi successivamente ingiustamente abrogato. E’ necessario ora – conclude Coldiretti – ripensare ad uno strumento per il settore che da una parte sia agile e flessibile rispondendo ad un criterio di tempestiva disponibilità all’impiego e dall’altra generi opportunità di integrazione al reddito preziosa per i cittadini in questo periodo di crisi”.