Foto di Sirio Pomante
Carissimi,
le due grandi manifestazioni svoltesi quest’estate per iniziativa e organizzazione dell’associazionismo, cioè la “Street Band Parade” e “Strade in canto”, hanno dato una gran boccata di ossigeno alla città vecchia e se non fosse stato per loro di eventi di richiamo non avremmo avuto chissà che cosa. Io nel centro storico ci vivo da qnd sono nato e ricordo solo che con “centro storico” in molti si riempiono la bocca, pochi lo conoscono sul serio e quindi ne comprendono le necessità. I musei qst anno sn stati aperti continuamente ed è un passo avanti, un passo avanti anche l’infopoint di piazza Buozzi, ma qui il problema è molto più complesso e queste sono lodevoli eventi occasionali per poi ripiombare nella palude. Per due passi avanti, se ne fanno almeno venti indietro.
Versiamo nella sporcizia di tutti i tipi, nel caos delle auto che parcheggiano anche sui marciapiedi, di monumenti – tra cui anche il simbolo della città, il Duomo – e tratti di strada al buio, di una pinacoteca civica chiusa da anni, di nessuna segnaletica che aiuti il visitatore ad orientarsi mentre abbonda quella stradale che non permette di far fare manco una foto decente al turista, di rom che scorrazzano senza legge e dei loro clienti.
Dunque un centro storico non ha bisogno di una delega, non può bastare; deve vedere il coordinamento di tutte le deleghe della città perchè gli aspetti sn molteplici: sociali, di tutela e valorizzazione del patrimonio artistico e monumentale, di pianificazione di una zona traffico limitato, di rilancio del commercio. Ognuno di questi aspetti è legato indissolubilmente all’altro.
Impossibile dunque affrontare l’argomento in un post ma quello che è ormai sotto gli occhi di tutti è che il centro storico, che non è periferia e mi rammarico fortemente per chi lo pensa, ha bisogno di un piano, di un progetto, e non vedo al momento nè la volontà, nè le capacità per stilarlo, nè l’umiltà per coinvolgere tutte le professionalità che potrebbero farlo.
L’incuria e l’ignoranza per il luogo della nostra storia ci sta portando alla perdita di una autentica identità cittadina, rendendoci uguali agli altri. Spero- e per qst cerco di impegnarmi quotidianamente in tal senso- perchè un giorno tutti i giuliesi uniti si riscoprano tali e riconoscano come valore comune, oltre qualsiasi steccato, l’amore per questo patrimonio storico, unico vero bene in cui riconoscersi come comunità civica.
Sirio Pomante