GIULIANOVA – Hanno accusato intossicazione alimentare dopo aver consumato una cena a base di pesce crudo in un ristorante di Giulianova.
Ieri pomeriggio la Asl di Teramo, Servizio Igiene degli Alimenti e della Nutrizione, è intervenuta in un’attivitàdi Giulianova con una sua ispettrice per prelevare campioni di pesce conservati nei frigo ed i relativi tamponi. Il protocollo standard per verificare le corrette procedure di mantenimento della catena del freddo. Durante la notte tra lunedì e martedì, infatti, tre ragazzi si sono presentati al Pronto Soccorso di Giulianova con forti dolori addominali, vomito e diarrea, a qualche ora di distanza della cena a base di crudi consumata nel ristorante sul lungomare. La più grave dei tre, una ragazza di 25 anni, è stata ricoverata in Rianimazione/Terapia Intensiva perché l’intossicazione alimentare avrebbe scatenato anche una fortissima reazione allergica all’istamina. Le sue condizioni sono gravi, visto che fino a ieri sera era in prognosi riservata. Gli altri due ragazzi invece hanno manifestato comunque malori, ma con sintomi meno gravi: sono stati comunque trattenuti in osservazione ed “utilizzati” dai sanitari e dagli ispettori del Sian per cercare di risalire al- l’origine della tossinfezione. L’intervento della Asl nel ristorante lascia supporre che tra le partite di pesce utilizzate per realizzare il prodotto , possa esserci un certo numero di pesci per i quali è stata interrotta la corretta procedura di conservazione del freddo. L’istamina è una sostanza endogena di ogni pesce, che si ottiene dalla degradazione della istidina, un amminoacido contenuto nei tessuti del pesce. I pesci maggiormente interessati dalla contaminazione sono proprio
quelli più utilizzati per le cruderie di pesce: tonni, sgombri, lampughe, acciughe e sardine. È una so- stanza altamente tossica, la cui concentrazione aumenta in maniera proporzionale al tempo passato dalla morte del pesce, e la cui produzione può essere arrestata dalle tecniche di conservazione o di cottura. Ovvio che in caso di temperature molto elevate come in questi giorni di luglio, è sufficiente una banale esposizione del pesce in cucina, tra lo scongelamento e la preparazione dei crudi, per aumentare esponenzialmente la contaminazione. La 25enne ha subito una potente reazione simil allergica definita anche “sindrome sgombroide”: mal di testa, nausea, vomito, tachi- cardia. Al termine degli accertamenti sanitari e sulla sicurezza alimentare, nel pomeriggio di ieri il Sian della Asl di Teramo ha trasmesso tutti gli atti alla Procura di Teramo, che ha aperto un fascicolo d’inchiesta, al momento senza indagati, rimanendo resta in attesa dello scioglimento della prognosi.