GIULIANOVA – Una presenza palpitante e viva nel consiglio comunale dedicato alla situazione degli argini di Tordino e Salinello è stata quella del Comitato di quartiere dell’Annunziata, presieduto da Patrizia Casaccia, che ha sistemato in sala un grosso cartello colorato di giallorosso dal titolo <Fiumi di parole>,con riferimento alle vuote chiacchiere fatte in questi anni sulle condizioni del Tordino e per la mancata applicazione del contrato di fiume. <Per molti anni- ha dichiarato la Casaccia- il governo regionale non ha tenuto conto dei problemi derivanti da una scarsa cura dei fiumi e oggi a pagarne le conseguenze sono quei cittadini che nel 2011 hanno rischiato di vedere annullato il lavoro di una vita. Case, luoghi di lavoro, terreni spazzati via dalle acque che nella notte dell’alluvione ha seminato il terrore>, denunciando anche <lo sradicamento di piante a ridosso degli argini , scellerate scelte urbanistiche che hanno fatto costruire vicino agli argini, mancanza di un piano di manutenzione ordinaria e straordinaria, parcheggio asfaltato vicino santuario che non permette alla pioggia di permeare nel terreno e quindi fa riversare l’acqua nelle vie sotto via Montello causando allagamenti, canali a mare da rimettere a posto>. Ma la criticità più grande, oltre a quella della discarica vicina all’ex Saig che rischia di essere sradicata da una piena con molti rifiuti verso il mare come nel caso di Coste Lanciano, riguarda la scoperta in via Filetto che, dopo l’alluvione del 2011, i tralicci dell’Enel sono stati spostati 20 metri dall’argine ma le piogge in questi anni hanno ridotto l’argine ed ora i tralicci si trovano a soli 5 metri dall’argine del fiume, per cui, in caso di nuova inondazione ci sarebbe un serio pericolo. Anche nell’intervento del sindaco Mastromauro sono state evidenziare forti criticità. <In questa asta fluviale – ha evidenziato Mastromauro- registriamo l’esecuzione di un solo intervento, progettato e commissionato dal Genio Civile, che ha consentito la realizzazione di un argine a scogliera per ricostruire il tratto, in prossimità della foce, spazzato via la notte tra il 1 e il 2 marzo 2011 (ndr: ma non realizzato affatto bene, anzi male). Null’altro degno di nota che riguardi il tratto di fiume che attraversa Giulianova. Ma le difese spondali manifestano uno stato di erosione piuttosto generalizzato accentuato dell’andamento sinuoso del fiume che porta il corso d’acqua a lambire in vari tratti gli argini. Il quadro generale appena descritto, già di per se serio, diventa preoccupante a causa della presenza di numerose zone a forte criticità nelle quali le difese spondali sono del tutto inesistenti o irreversibilmente compromesse e il pericolo per le abitazioni e per gli insediamenti produttivi è molto elevato. Senza contare i gravi danni arrecati alle attività agricole, particolarmente floride, nei terreni prossimi al fiume. Abbiamo stimato che siano perlomeno due i chilometri di argine che si trovano in tale condizione in sponda giuliese e altrettanti in sponda rosetana. In queste zone gli interventi sono una priorità assoluta e non più procrastinabili se vogliamo garantire le necessarie condizioni di sicurezza. Chiediamo alla Regione, una volta per tutte, come intende risolvere i problemi che di qui a breve illustrerò con maggiore dettaglio, con quali risorse e con quali tempi.> Adesso tutto è affidato al tavolo tecnico annunciato dall’assessore Pepe, sperando che non sia poco o troppo tardi.