In merito alle ultime stragi (Nizza, Monaco di Baviera, ecc.) che vengono soventemente collegate all’ISIS e che dalla stessa  vengono poi rivendicante è necessario fare una riflessione. Infatti ritengo che non ci si trovi di fronte a veri i propri attentati terroristici fatte da fedeli accecati dal credo, magari estremisti, ma ci troviamo di fronte a Classic Mass Murderer.

Il Mass Murderer (assassino di massa) uccide o tenta di uccidere diverse persone, contestualmente e nello stesso luogo(almeno tre). Il soggetto non conosce le sue vittime che per lo più sono prese casualmente.

Bisogna tener presente che i Mass Killer per essere considerati tali non devono necessariamente riuscire ad uccidere, è sufficiente la volontarietà del gesto, quindi si prendono in considerazione anche i tentati omicidi.

Secondo Palermo e Macdonald questo tipo di crimine può essere denominato “la strage del furioso” perché si rifà al cosiddetto Berserk (870-1030 d.c.) un guerriero gigante nordico che in preda a raptus aggressivo, insensibile al dolore e dimostrando una forza soprannaturale, distruggeva la pace della comunità Vichinga (Macdonald, 1961 – Palermo G., 1997).

Per convenzione sono escluse le stragi di tipo terroristico, mafioso o di guerra poiché determinate azioni sono dettate da motivi estrinseci e non da motivazione intrinseche dello stragista, tipicamente non razionali. Quindi ogni qual volta questi eccidi hanno una motivazione riscontrabile nel reale, il che non significa giustificabile, e non solo nella psiche del soggetto, non sono riconosciute come stragi effettuate da assassini di massa. Qui è necessario un approfondimento che rileva l’eccezione della regola: verosimilmente gli attentatori di Nizza e Monaco di Baviera avrebbero comunque commesso una strage, la radicalizzazione ha solo colorato il loro odio, ha modellato le motivazioni e li ha resi forti. Ma qualsivoglia politica (si veda l’attentato di Utoya e Oslo) può farlo. Per cui in questo caso specifico ritengo che si parli di mass murderer usati da terroristi. E’ di solito un paranoico o uno schizofrenico paranoide. All’interno del Crime Classification Manual (1992) gli assassini di massa sono inclusi nella categoria degli “Authority killing” categoria 124, che indica chi esegue un omicidio a scopo di rivendicazione verso le autorità. Frequentemente difatti il mass killer sceglie, come vittime sacrificali per la sua vendetta, persone in qualche modo legate all’autorità quale che sia, simbolica o reale. Negli Stati Uniti dove le armi sono largamente diffuse tale tipologia di assassino è maggiromente nota, in Europa è più diffura una categoria gemella definita Family Mass Murderer, ovvero le stragi familiari di massa.

L’identikit del mass-murderer, nel profilo di Brian Lane e Wilfred Gregg ampliato da Mastronardi e Palermo (1998), può essere così proposto:

  1. Quasi sempre sono di razza bianca;
  2. Conducono una vita solitaria dovuta ad una difficoltà relazionale;
  3. Sono caratterizzati da un’infanzia infelice;
  4. Dimostrano diffidenza ed incapacità relazionale, quindi hanno difficoltà nel coltivare le amicizie;
  5. Hanno la necessità di apparire “macho”, sentono proprio un desiderio ossessivo di apparire uomini forti, forse per porsi al riparo da eventuali prese in giro di chi li circonda e potrebbe giudicarli “strani”, per questo coltivano hobby e passioni fortemente stereotipate dalla società come specchio di virilità e forza;
  6. Passione smisurata per le arti marziali, body building, attività paramilitari e armi da fuoco;
  7. Creazione di un personale capro espiatorio a livello fantastico;
  8. Età media superiore ai 25 anni;

Spesso soffre di vera e propria malattia mentale (schizofrenia paranoide oppure psicosi allucinatoria di tipo uditivo con deliri di grandezza o di persecuzione, distorte idee religiose, comportamento sospettoso, ostile e aggressivo).

Al momento sta accadendo che vi sono diverse stragi che si susseguono a brevissimo tempo, questo è spiegabile come un effetto emulativo denominato “Effetto Werther”. Il fenomeno prende nome dal romanzo di W. Goethe “I dolori del giovane Werther”. Il romanzo narra le problematiche del ragazzo che al termine del suo tormentato percorso inevitabilmente lo porteranno al suicidio. In epoca della prima pubblicazione determinò involontariamente e per immedesimazione proiettiva, un’ondata di suicidi emulativi in tutta Europa, in diversi paesi ne fu addirittura vietata la circolazione. Un fenomeno simile si ebbe anche con il romanzo “Le ultime lettere di Jacopo Ortis” di Ugo Foscolo, anche qui il protagonista alla fine del romanzo si toglie la vita. Lo stesso Autore commentò il libro asserendo che avrebbe potuto esercitare un’influenza nociva su spiriti troppo deboli o troppo generosi ed impulsivi.

E’ una versione patologica del principio di riprova sociale, queste persone decidono ciò che devono fare in base a come ha agito un’altra persona disturbata come loro (Cialdini, 1989), soprattutto se questa azione permette loro di sentirsi forti e di vendicare i torti subiti, reali o presunti.

 

Dott. Enrico Delli Compagni

Psicologo clinico e forense
Direttore Comunità Educativa “SIRENA”
Giudice Esperto presso il Tribunale
di Sorveglianza di L’Aquila
Consulente e docente CE.S.CR.IN (Centro studi Criminalistici Criminologici Investigativi)
Socio S.I.C. (Società Italiana di Criminologia)
Iscritto all’Albo dei Periti del Tribunale di Teramo

enrico.dellicompagni@libero.it