TORTORETO – l numeri lievitano di giorno in giorno. Ieri, nella zona compresa tra Martinsicuro-Villa Rosa e Tortoreto, gli sfollati hanno raggiunto quota 1300, con un aumento addirittura del trenta per cento rispetto al giorno precedente. E sui prevede un altro arrivo massiccio anche nella giornata di oggi a tal punto che a Martnscuro, oltre agli alberghi, hanno riaperto anche due villaggi come il Riva Nuova ed il Duca Amedeo, con i loro confortevoli bungalow. Siamo ad una specie di migrazione italiana ma qui si fugge ugualmente da una guerra, quella della natura che si riprende gli spazi ed i ruoli divenendo matrigna. Ma a Tortoreto in un albergo ci sono trenta maceratesi. I quali, però, non restano in hotel tutto il giorno, ma hanno affittato un pullman che ogni mattina li riporta a Macerata per poi ricondurli a Tortoreto in serata, per trascorrere una notte che si prevede più tranquilla. Spiega la signora Paola. <Non abbiamo reciso e non possiamo il cordone che ci lega alla nostra città e non solo per il lavoro ma perché ci sono tante cose da sistemare ed abbiamo trovato una soluzione che ci sembra la più idonea. La mattina si parte per Macerata, sbrighiamo tutte le nostre cose perchè lì c’è davvero tanto da lavorare attorno alle macerie ed ai problemi, qualcuno che può va anche al lavoro, ma popi torniamo a Tortoreto>. Il numero degli sfollati che tende ad aumentare ha fatto riaprire anche altri alberghi, molti dei quali avevano ormai chiuso le serrande per ripartire la prossima stagione. Tra l’altro, anche volendo, non tutti possono offrire ospitalità <perché –spiega un albergatore- ci sono ancora degli hotel, come dire, vecchiotti, i quali non sono muniti di impianto di riscaldamento. Loro sono sempre stati per la stagione da maggio a settembre, quando i termosifoni non servono davvero, per cui sulle loro camere non si può contare>. Arrivano da Camerino soprattutto gli sfollati che sono ospitati negli alberghi di Martinsicuro. Abbiamo accettato di buon grado la soluzione di lasciare il nostro paese – spiega un operaio di Camerino, Angelo – il quale non si fa fotografare ma spiega ancora. <sono qui con la mia famiglia,moglie e figli, non potevamo davvero restare lì, dopo le grandi paure, non si resiste allo stillicidio giornalieri di scosse più o meno forti e che, comunque, tutti avvertiamo. Non è una scelta la nostra , ma una necessità, conosciamo, del resto, la grande disponibilità e la solidarietà degli abruzzesi, doti che ci sono già state confermate in questi due giorni che siamo qui. >