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PESCARA – Le consiglieri regionali di maggioranza, Maria Assunta Rossi, Marianna Scoccia e Carla Mannetti, intervengono sull’esito delle audizioni svolte nella giornata di ieri dalla “Commissione Sanità” del Consiglio regionale dell’Abruzzo. Sono stati ascoltati il manager della Asl n 1 di L ‘Aquila e il manager della ASL di Teramo. “Il confronto è stato proficuo – dichiarano le consigliere – la ASL n. 1 dell’Aquila, con una bassa densità abitativa di 58 abitanti per km² e un’estensione territoriale di oltre 5000 km², affronta costi operativi maggiori rispetto ad altre ASL. Nella nostra provincia, infatti, sono presenti: 3 DEA di 1° livello, 1 ospedale in area disagiata, 2 PTA a Pescina e Tagliacozzo, 1 hospice, 1 REMS. Per garantire i servizi territoriali, ci sono 73 sedi distribuite in tutta la provincia, tra cui 24 postazioni del 118 e 29 sedi CUP. Il territorio della Provincia dell’Aquila, proprio perché così vasto, deve garantire e rafforzare una rete assistenziale territoriale. I servizi di prossimità sono, pertanto, fondamentali per le aree interne”. Le consigliere regionali Scoccia, Mannetti e Rossi, alla luce di quanto emerso nel corso dei lavori della Commissione, nel prendere atto di quanto denunciato dal direttore generale Romano e da quello sanitario, Mascitelli, chiedono all’ assessore alla sanità Veri che venga disposto un incremento della quota del fondo sanitario destinato alla provincia dell’Aquila, che negli anni passati è stata penalizzata a causa di minori trasferimenti rispetto alle altre province, sottolineando le particolari esigenze del territorio aquilano. Il management della Asl n. 1, inoltre, ha confermato che anche per l’anno 2024 ci sarà una perdita di esercizio. “Continueremo a vigilare sull’operato della dirigenza della ASL – continuano le consigliere – e per questo ringraziamo il presidente della Commissione Sanità, Paolo Gatti, per l’ottimo lavoro che sta portando avanti; abbiamo intenzione di approfondire le varie problematiche emerse ieri nel corso delle audizioni e sostenere maggiormente una ‘sanità di prossimità’, basata su di un approccio finalizzato alla prevenzione e promozione della salute con particolare riguardo alla presa in carico delle persone più fragili, nella direzione di una erogazione di servizi sanitari direttamente presso il domicilio o in strutture di prossimità, riducendo anche considerevolmente accessi impropri al Pronto Soccorso”.