Il Consigliere regionale del PD, Claudio Ruffini, ha presentato un’interpellanza (a risposta immediata-verrà discussa nel prossimo question time) per chiedere i motivi per cui le Istituzioni regionali non hanno ancora convocato le rappresentanze sindacali e datoriali della provincia di Teramo che hanno sottoscritto l’Intesa nel luglio 2010 per superare la crisi economica-occupazionale nel teramano.
L’interpellanza diretta al Presidente Gianni Chiodi si è resa necessaria dopo una serie di promesse disattese nei riguardi della crisi economica teramana. Iniziative annunciate che non hanno avuto mai un seguito: mancato rilancio del Protocollo d’Intesa Vibrata-Tronto del 2008 e nessuna iniziativa a seguito della risoluzione del consiglio regionale straordinario convocato (22.10.2009)per discutere della crisi in Provincia
“Il modello Teramo è venuto a galla e non è emerso nulla di buono per la provincia del Presidente teramano Chiodi” dice Ruffini “niente si è visto dal punto di vista economico, sociale, occupazionale. Finora solo ombre di malaffare.Questo modello, per la verità mai esistito, si è dimostrato tutto fumo e niente arrosto. Basta farsi un giro per Teramo per rendersi conto che non vi è un solo progetto, un’idea, un’opera che porti la firma di Chiodi.”
Ruffini consiglia al Presidente della Regione di smetterla di fare la vittima della stampa e risponda ai cittadini “del caso Teramo” ovvero della grave crisi economica. Questa è una certezza, non il modello Teramo, una pura invenzione mediatica.
“La nostra Provincia è la seconda per numero di cassa integrazione in Italia ed è quella che sta peggio in Abruzzo. Chiodi se ne è accorto?E’ nelle condizioni di fare qualcosa? domanda Ruffini. L’unica cosa che cresce in questa provincia è la povertà, come ha giustamente ricordato il vescovo Michele Seccia. Solo pochi anni fa eravamo un’isola felice, consideravano il nostro modello produttivo a quello di una provincia del Nord-est, adesso i dati dicono che siamo una provincia del Sud”.
Dati agghiaccianti che dimostrano come la provincia sia scivolata in basso portandosi dietro record tristi per numero di disoccupati, cassa integrazione, imprese in chiusura. E Chiodi e la sua Giunta come hanno risposto a questa emergenza??Dal mese di luglio ad oggi non hanno nemmeno convocato un tavolo con sindacati e imprese per discutere della crisi, nonostante l’appello di queste forze che con grande senso di responsabilità si sono messe a sedere per trovare attraverso un’Intesa una via d’uscita comune a questa difficile situazione.
“Temo che questa assenza delle istituzioni spinga ancora di più le aziende ad un effetto centrifuga, indirizzandole verso altre regioni vicine, altri mercati. Emblematico è la gestione del caso Atr di Colonnella e la relativa nascita di un’azienda gemella nelle Marche. Con la maggiore fiscalità della nostra Regione e l’assenza del sostegno del pubblico alle imprese, quei pochi imprenditori che sono rimasti saranno costretti ad investire e guardare altrove.”
Un altro dato che rende l’idea del nostro arretramento rispetto ad altre regioni limitrofe è contenuto, secondo Ruffini,nel rapporto 2010 del Svimez. Nel 2000 il reddito medio nelle Marche era di 20.920 euro e in Abruzzo 18.022. Nel 2009 si è passati dai 20.369 nelle Marche ai 16.598 dell’Abruzzo. Ciò significa che abbiamo perso terreno rispetto alle Marche e siamo sprofondati in pieno centro-sud dell’Italia.”