Ieri sera il Consiglio regionale ha approvato il progetto di legge n. 79 del 2009 che prevedeva la ridefinizione dei confini della Riserva Naturale del Borsacchio. Pertanto, dopo molti mesi, la riperimetrazione è finalmente legge.
Come è noto, la proposta di riperimetrazione era non solo condivisa dai Comuni di Giulianova e Roseto degli Abruzzi e dalla Provincia di Teramo, ma voluta e sostenuta da moltissimi cittadini e varie associazioni di categoria che hanno subito per sette anni numerose ingiustizie dovute dalla scelta incomprensibile di non voler mai attivare la riserva attraverso la nomina dell’ente gestore della Riserva e l’approvazione del PAN. Le misure di salvaguardia che scattano subito dopo l’istituzione di una Riserva naturale impongono numerosi divieti che di fatto bloccano qualsiasi tipo di attività all’interno del perimetro, ma queste devono avere carattere provvisorio e di breve durata. Contrariamente a quanto previsto dalla legislazione nazionale e regionale, dette misure straordinarie sono divenute per la Riserva del Borsacchio la normalità.Con la nuova riperimentrazione, l’area del Parco viene addirittura ampliata, arrivando a 1150 ha circa. Perciò, tutte le bugie e le accuse dei così detti ambientalisti risultano essere infondate. Inoltre, tutte le aree di interesse faunistico e/o vegetazionale o naturalistico tanto decantate sono all’interno del perimetro approvato.
Adesso sarà possibile completare il contratto di quartiere nella zona dell’Annunziata attraverso la realizzazione della centrale di teleriscaldamento ed impedendo così che il Comune di Giulianova debba rinunciare e restituire i finanziamenti ottenuti dallo Stato per questo scopo.
Finalmente ha perso in Consiglio, grazie anche al voto favorevole dal PDL e di Claudio Ruffini, un vecchio modo ideologizzato di fare ambientalismo. La vicenda che ci ha coinvolti sul Borsacchio apre ulteriori riflessioni. Basti pensare che in Abruzzo sui 30 – 35 Parchi e Riserve istituite, soltanto in uno esiste il Piano del Parco (PAN), ed il Borsacchio, come detto non fa eccezione. Bisogna interrompere quella politica di certi ambientalisti che è solo demagogica e spinta dall’intento di bloccare il territorio. Non è più possibile considerare la tutela dell’ambiente senza preoccuparsi della sua valorizzazione, che si ottiene attraverso la costituzione dei comitati di gestione, attraverso l’approvazione dei PAN e destinando risorse economiche affinché le aree protette possano funzionare. Diversamente, non otteniamo nulla se non l’impoverimento del nostro territorio e di chi si ritrova suo malgrado solo a subire divieti senza mai poter vedere i vantaggi di essere all’interno di un’area protetta.
Arch. Berardo Rabbuffo
Capogruppo FLI
Consiglio regionale dell’Abruzzo