“Per l’ennesima volta  il NO della mia ex-moglie nonostante vi era l’ordinanza emessa dal Tribunale di Teramo dal G.I. Dott. Giansaverio Cappa  che imponeva il rimpatrio forzato in Italia per le festività pasquali”, questa l’amara dichiarazione del tenace papà il prof. Stefano Liberato di professione docente e concertista di musica classica che, dal 2007 lotta per riavere tra le braccia il suo amatissimo figlio a lui barbaramente sottratto con l’inganno nel lontano 4 novembre 2006.

L’autorità romena adita dal mio legale romeno Avv. Alexandru Gheorghe ha risposto anche stavolta “picche” diciamo così, come è successo in precedenza con il provvedimento provvisorio, giustificando il fatto che anche l’ordinanza si tratta di una decisione temporanea e non definitiva del Tribunale di Teramo. L’autorità romena attende quindi la sentenza definitiva!

Questo viaggio in Romania è stato pieno di incognite, poiché faccio presente che per la 1° volta nessuna risposta c’è stata data né da parte della ex-moglie e né dal suo legale italiano nonostante siano state avvisate con quasi un mese di anticipo. A tutto questo minaccioso silenzio e nei due giorni prima della partenza per Bucarest si sono aggiunte continue molestie alla mia utenza telefonica da un numero anonimo, cui avendo sporto immediata denuncia prestissimo il magistrato incaricato scoprirà attraverso i tabulati telefonici da dove e da chi provengono tali molestie che, di certo hanno a che fare con questa ordinanza, un pò come per intimidirmi a non partire per Bucarest.

Atterrati in quel di Bucarest nel mercoledì 27 marzo alle ore 11.00 io e il mio legale italiano l’avv. Gialluca ci siamo recati subito al Consolato italiano dove ci attendeva il nuovo Console la gentilissima Dott.ssa Sandra Scurti.

  • Alle ore 15.00 vi era appuntamento presso la sede degli assistenti sociali del Settore 3 di Bucarest con la mia ex-moglie che già preventivamente avvisata persino dalla suddetta istituzione romena, doveva consegnarmi mio figlio per trascorrere le ore pomeridiane da solo con lui per poi restituirglielo nel tardo pomeriggio delle ore 18.

La mia ex-moglie si è presentata assieme a un poliziotto tale Florin, questa volta vestito in borghese. Lo stesso poliziotto aveva in precedenza assistito agli incontri nei mc donald’s con mio figlio, in quelle occasioni era abbigliato con tanto di divisa nonostante non avesse alcuna delega da nessun tribunale. Tutto era creato ad arte all’epoca dalla mia ex-moglie a scopo intimidatorio e per creare colluttazioni che non è mai riuscita ad ottenere proprio perché mi sono munito di testimoni ed assistente sociale di una fondazione italiana operante in Bucarest.

In questa occasione la mia ex-moglie con la solita prepotenza e la solita spocchia di sempre presentatasi senza bambino mi invita di fronte agli assistenti sociali a una curiosa mediazione, invitandomi a firmare un foglio da lei preparato ove si dovevano inserire persino i miei codici bancari. Io e il mio legale abbiamo sospettato di una evidente truffa e, sprovvisti in quel giorno di un persona traduttrice dell’ambasciata italiana abbiamo chiesto agli assistenti sociali di sospendere la seduta per venire l’indomani, firmando di tal guisa anche lo stesso verbale che stavano stilando. Nella stessa relazione si scriveva che la mia ex-moglie senza motivo alcuno è venuta senza il minore.

Alle ore 16,30 circa ci siamo recati presso il Consolato italiano per riferire al Console quanto successo e di farlo presente al nuovo Ambasciatore il Dott. Brasioli, console fino a qualche mese fa presso gli U.S.A. in quel di Los Angeles.

  • Il giorno successivo giovedì 28 marzo alle ore 9.45 ci siamo recati presso l’ambasciata italiana ove il summenzionato Dott. Brasioli a me e il mio legale ci ha ricevuto assieme al Console e alla traduttrice autorizzata la Sig.ra Tabacu Adriana, capacissima funzionaria del consolato italiano che ha già conosciuto il mio caso nel settembre 2012 quando mi recai in quel di Bucarest per una settimana, anche lì “a vuoto” diciamo così, senza poter vedere e tenere mio figlio Alexander. L’Ambasciatore sentite le nostre ragioni ci ha assicurato il suo aiuto anche per le situazioni di rimpatrio del minore ormai prossime che dovranno avvenire quando ci sarà sentenza definitiva da parte del Tribunale di Teramo.

Alle ore 11.00 io, il mio legale italiano l’avv. Gialluca e la traduttrice legalizzata dall’ambasciata italiana la Sig.ra Tabacu ci siamo recati presso la prefata sede degli assistenti sociali del settore 3 di Bucarest ove avevamo appuntamento con la ex-moglie per la consegna di mio figlio Alexander per poi riconsegnarglielo nel tardo pomeriggio.

La ex-moglie con il suo solito ritardo di almeno 30 minuti si presenta di nuovo e sfacciatamente senza bambino e con un’altra persona di bassa statura (che inizialmente da lontano lo confusi con mio figlio). In questa occasione la ex-moglie pose a me praticamente un ricatto “se firmi e se vieni alle 15 all’invito per la mediazione, forse vedi il bambino”.  Io e il mio legale abbiamo fatto scrivere nella relazione degli assistenti sociali sia che la ex-moglie era venuta ancora senza bambino ed anche che partecipavo all’incontro per la mediazione ma,  la stessa partecipazione non significava assolutamente l’accettazione e la competenza di codesti mediatori!

Alle ore 15.00 il mio legale romeno l’Avv. Alexandru  Gheorghe informato anche dall’Ambasciata italiana, essendo anche il legale di fiducia del suddetto ente, partecipa all’incontro. Lo stesso legale mi sta attualmente difendendo per la cancellazione della sentenza di divorzio romena per incompetenza di tribunale. Tribunale illegittimamente adito dalla mia ex-moglie nel 2009, mentre già 2 anni prima pendeva la medesima causa di separazione/divorzio nel 2007 presso il Tribunale di Teramo da me preventivamente adito.

In questo incontro si scopre un altro imbroglio. Nel foglio dell’invito mentre in alto vi era il logo del centro di mediazione con tanto di indirizzo, sotto venivo invitato in un altro indirizzo!!! Giunti sul posto abbiamo scoperto tutti insieme che era lo studio del legale romeno della mia ex-moglie. Lì c’erano la mia ex-moglie che con sguardo odioso mi fissava, il suo legale romeno e una donna mediatrice. Ci sedemmo in un ampio tavolo rettangolare ove da una parte loro tre, dall’altra noi quattro. Si apre una dura e accesa discussione in lingua romena tra i legali e nel medesimo tempo tra la traduttrice e la mediatrice e, in breve tempo iniziano a crollare le prime bugie! La mediatrice ignara di questa ordinanza che non rispettava la mia ex-moglie alza le mani, anche perché alla fine dopo che i miei rispettivi legali italiano e romeno hanno chiarito magistralmente la situazione, io ho ribadito con forza in lingua inglese e in lingua romena, che il programma dettagliato di mediazione per il bene del bambino è stato già scritto dal Giudice italiano il Dott. Cappa nell’ordinanza e, di cui la stessa Signora Grigorescu non rispetta nulla! Anche l’avvocato romeno della ex-moglie ha abbassato la testa molto vergognato, quando dissi che io rispetto l’ordinanza del giudice ed ero lì presente mentre il bambino per l’ennesima volta la sua cliente non l’ha portato. Quando di fronte tutti i presenti ho ribadito con forza alla ex-moglie la domanda se portava il bambino domani dagli assistenti sociali per portarlo di tal guisa in Italia per le festività pasquali, lei con aria superba si è messa a ridere, facendomi persino una smorfia offensiva con la lingua!

Vistasi persa e arrampicandosi sugli specchi la ex-moglie pone l’ennesimo tranello e ricatto “ti faccio vedere il bambino tra un’ora al Mc Donald’s del settore 3 di Bucarest, vieni?”. Già pronto di tale risposta le ho detto che io incontro il bambino in un luogo sicuro e consono agli incontri padre-figlio, vale a dire la prefata sede degli assistenti sociali romeni del settore 3 di Bucarest, quindi le ho dato appuntamento l’indomani mattina presso la suddetta sede per la consegna del bambino. Andati via da lì tutti quanti ci rendemmo conto che non avevamo a che fare con una madre, ma con una persona che usava il bambino come “ostaggio e prigioniero”. Dopo un’ora ho ricevuto una telefonata da un numero anonimo con un silenzio di circa 10 secondi: una chiamata minacciosa dello stesso stile che avevo ricevuto nei due giorni prima di partire per Bucarest!

  • Il giorno di Venerdì 29 marzo ci recammo io e il mio legale avv. Gialluca presso il consolato italiano per ritirare l’E.T.D. il documento di viaggio valido per l’espatrio del minore (valido 3 giorni dalla data di emissione) ove viene precisata la destinazione dell’Italia. Alle 11,30 ci siamo recati presso la sede degli assistenti sociali del settore 3 di Bucarest per prendere mio figlio Alexander e come da ordinanza recarci in Italia per le festività pasquali ma, della ex-moglie nessuna traccia benché sia stata informata verbalmente da tutti (legali, assistenti sociali) e in forma cartacea da me medesimo più di un mese fa. Abbiamo aspettato un’ora poi, a malincuore abbiamo salutato gli assistenti sociali romeni anch’essi dispiaciuti di tutta questa inspiegabile cattiveria da parte della signora Grigorescu e ci siamo recati all’aeroporto Otopeni di Bucarest per il ritorno.

Un ritorno in Italia ancora senza di lui, tutto c’era, tra le mie mani il documento di viaggio con la foto di Alexander e il suo biglietto di viaggio con l’imbarco in aereo.

Manca lui tra le mie mani… Alexander…,

Un batticuore e un nodo alla gola mentre facevo il check-in di fronte alla donna della reception della compagnia aerea Wizz-air e poi mentre io e l’avvocato ci sediamo in aereo pronti per il decollo, una voce quella del pilota dell’aereo sull’altoparlante rompe il silenzio e in lingua inglese dice – di fronte a tutte le persone presenti – “ Mister Stefano Liberato è pregato di venire vicino al personale di bordo”.

Immediatamente mi sono alzato in piedi e con la mano in alto dissi in lingua inglese il mio nome e cognome dirigendomi nel corridoio verso il personale. A quel punto viene verso me il pilota d’aereo e con aria preoccupata si rivolge a me dicendo in lingua inglese “Alexander non è a bordo???”

Io commosso e con gli occhi lucidi rispondo”No, purtroppo non adesso…ma non sarà così per sempre!”

Il pilota mi ha guardato inizialmente un po’ incuriosito, poi si è reso conto del mio dispiacere così con l’aria addolorata sono ritornato al mio posto con addosso gli sguardi curiosissimi delle persone presenti sull’aereo.

Arrivati a questo punto chiedo che, dopo sei lunghi anni di causa di separazione giudiziale la giustizia faccia VERA GIUSTIZIA e il giudice il Dott. Cappa vada a sentenza definitiva. Nella Sentenza parziale ho vinto e ha addebitato la colpa della fine del matrimonio alla signora Grigorescu, ora mi auguro che dopo questa ennesima umiliazione per me e mio figlio e le varie beffe fatte dalla ex-moglie più volte all’autorità giudicante italiana che Le ha concesso ampio spazio di ravvedersi, faccia una sentenza definitiva giusta che ponga fine a questa barbaria nei confronti del minore in primo luogo e , che nella prossima udienza di verifica del 15 aprile tenga conto alla luce dei fatti suesposti in questo viaggio (molestie telefoniche, ricatti e quant’altro) come negli altri, il rimpatrio del bambino in Italia attraverso L’AMBASCIATA ITALIANA che a sua volta, diriga questa operazione facendo agire la polizia locale romena in loco unitamente agli assistenti sociali.

Il tutto affinchè non ci sia nel rimpatrio del minore il diretto coinvolgimento del padre che, dal suo canto  e alla luce dei fatti suesposti teme seriamente per la sua incolumità !!!!!!!!!!!!