Le dissero che il bambino che aveva
in grembo era morto e che doveva urgentemente sottoporsi ad un
raschiamento. Il giorno dopo, invece, il suo ginecologo le disse
che il figlio che aspettava era sano e che la sua gravidanza
procedeva a gonfie vele.
E’ quanto denuncia Francesca Vancheri,
una donna di 35 anni di Teramo che il 19 ottobre scorso, quando
era al secondo mese di gravidanza, andò al pronto soccorso
dell’ospedale Sandro Pertini di Roma perché si era sentita
male. L’avvocato della donna ha presentato una diffida e
valuterà insieme alla sua assistita se sporgere denuncia.
La donna, attualmente al terzo mese di gravidanza, si
trovava a Roma per motivi di lavoro e in seguito a delle perdite
si recò al pronto soccorso del Sandro Pertini. “Hanno fatto
una cosa di una gravità inaudita, non la passeranno liscia
perché io andrò fino in fondo. Fortunatamente – dice la donna,
sposata e madre di un’altra bambina di sei anni – non sono di
Roma altrimenti avrei fatto il raschiamento e avrei perso mio
figlio”.
“Mi hanno fatto un’ecografia e l’esame del sangue, poi mi
hanno spiegato che il bambino era morto, era stato riassorbito e
io dovevo fare urgentemente un raschiamento. Non hanno fatto
firmare né a me né al medico neanche un referto. Tra l’altro
l’ecografia era vuota. Il giorno dopo – ripercorre la vicenda la
donna – sono andata dal mio ginecologo che invece mi ha detto
che il mio bambino era sano e che stava benissimo. Mi ha
spiegato che le perdite erano dovute alla vecchia rottura della
placenta, ora rimarginata. Secondo il mio medico l’errore è
stato causato o da una disattenzione oppure dal macchinario che
era troppo vecchio”. (ANSA).