Fin da piccolo era oggetto di offese e di frequenti percosse a cui spesso si sottraeva solo fuggendo fuori casa.
Questa è la sconcertante realtà raccontata da un quindicenne ai poliziotti a cui si è rivolto l’8 agosto scorso dopo essere stato coinvolto in un incidente stradale.L’episodio aveva scatenato, ancora una volta, l’ira del padre che, con un’ennesima aggressione, lo aveva costretto a doversi recare al Pronto Soccorso dell’Ospedale di Atri per le necessarie cure.
Il precedente fatto risaliva solo a fine giugno: nel corso di un litigio durante il pranzo il padre del giovane, in preda ad improvvisa e immotivata collera, lo colpiva al naso con una testata, lo schiaffeggiava e con il palmo della mano gli spingeva la testa cercando di farla sbattere contro lo stipite di una porta.
Molti altri i fatti di violenza familiare anche nei confronti dell’anziana nonna presente in casa: entrambi per paura di ulteriori ritorsioni erano costretti a non fare ricorso a cure mediche, né denunciavano l’accaduto per paura di ancor piu’ gravi ritorsioni.
L’anziana donna ha confermato ai poliziotti gli atti di ordinaria violenza e le numerose umiliazioni subite con insulti di ogni genere.
Questi i fatti che hanno portato oggi all’esecuzione di un ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, su richiesta della Squadra di P.G. del Commissariato di P.S. di Atri, dal GIP presso il Tribunale su richiesta del Sostituto Procuratore Giovagnoni.
L’uomo, nato ad Atri nel 1973 e residente a Pescara ma domiciliato in Atri, già soggetto al regime dell’obbligo di dimora nella citata cittadina, è stato associato alla Casa Circondariale di Teramo.
Per il figlio e la nonna la fine di incubo.