GIULIANOVA – <Si è appreso dai giornali, cosa già di per sé stessa grave, che la Giunta Regionale e per essa il suo Assessore alla Sanità intendono escludere Giulianova – scrive Lorenzo Di Teodoro della Lista Civica per Mastromauro Sindaco – che pure vi era ricompresa, dal piano di edilizia sanitaria regionale prevedente la costruzione di nuovi ospedali.><In particolare, per quanto riguarda Giulianova, era prevista da tempo e con tutti i crismi dell’ufficialità la realizzazione, su un’area già individuata sin dal 2011, di un nuovo ospedale con 173 posti letto e con un costo previsto di 64 milioni di euro.
La decisione della Giunta Regionale di eliminare Giulianova è inaccettabile sia nel modo che nella sostanza.
Nel modo perché assunta in maniera unilaterale e senza una benchè minima comunicazione istituzionale.
Nella sostanza perché penalizza un territorio ed un bacino di utenza di circa 80.000 abitanti ben più ampi della sola città di Giulianova.
Né può costituire valida giustificazione la riflessione in atto circa l’opportunità di realizzare un ospedale unico della Provincia di Teramo; si è perfettamente consapevoli di quanto riflessioni del genere possano durare e delle difficoltà di giungere ad una sintesi se è vero, come è vero, che non si è neanche concordi sulla individuazione del luogo ove questo ospedale unico dovrebbe sorgere, fermo restando in ogni caso il fatto che il piano di edilizia sanitaria regionale nulla ha a che fare con tale tipo di riflessione.
Gli impegni assunti dall’amministrazione pubblica regionale nell’interesse del diritto alla salute della nostra collettività non possono e non devono essere disattesi per nessun motivo, men che meno per ragioni di mera convenienza politica.
Per questo, nell’esprimere sconcerto, si chiede con determinazione un ripensamento da parte della Giunta Regionale rispetto ad una decisione destinata a penalizzare in maniera irreversibile il territorio provinciale e in particolare quello giuliese che, forse, paga la mancanza in seno al Consiglio Regionale di un rappresentante locale in grado di far valere le proprie legittime ragioni.>