GIULIANOVA – Per il caldaista omicida, Dante Di Silvestre, nessun braccialetto elettronico, resta in carcere. L’uomo aveva ucciso a coltellate Paolo Cialini, tecnico informatico di Giulianova, di 49 anni, per futili motivi stradali. La vittima era a bordo della sua auto con la figlia di sei ani. <WC1>Non ha sortito l’effetto sperato, la “carta” giocata dagli avvocati Gennaro Lettieri e Nadia Baldini, del Foro di Teramo, dinanzi il Tribunale della Libertà dell’Aquila, avverso la misura custodiale in carcere che ha raggiunto il 60enne artigiano di Selva Piana, nel giro di un’ora circa dal suo ritorno in libertà a causa di un cavillo procedurale Ilcollegio del Tribunale del Riesame del capoluogo di regione, ha sciolto ieri la riserva sulla decisione se credere all’accusa o su quanto prospettato dai due legali di fiducia dell’assassino. In sostanza secondo i giudici, persistono a carico del caldaista le esigenze cautelari in quanto l’uomo potrebbe reiterare la condotta criminosa. A “pesare” secondo i giudici dell’Aquila, sulle sorti dell’appellante, una condanna a due mesi di reclusione (nel frattempo estinta) inflitta 39 anni fa. Per la difesa invece il controllo del loro assistito attraverso un braccialetto elettronico sarebbe idoneo a supportare un caso giudiziario di questa natura. Lo stesso Lettieri, in sede di Riesame aveva evidenziato come nel caso specifico “ad un sessantenne, che ha sempre fatto il caldaista, gli arresti domiciliari rappresentano la giusta misura da applicare” Gli stessi legali hanno annunciato di fare ricorso in Cassazione