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TERAMO – Il parere negativo espresso dal Direttore Facente Funzioni del Parco Nazionale Gran Sasso Monti della Laga, in data 19 gennaio scorso, circa la richiesta avanzata dal Comune di Isola del Gran Sasso di illuminare il “Paretone” del massiccio del Gran Sasso per celebrare l’arrivo della tappa del Giro d’Italia a Prati di Tivo, è la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Una forma di miopia sulla valorizzazione delle nostre bellezze naturali e, in maniera particolare, di comunicazione a livello mondiale, che non può passare inosservata. Lo ha sottolineato lo stesso Maurizio Formichetti, referente di RCS Sport che organizza il Giro d’Italia, quando questa mattina, nel corso della conferenza stampa di presentazione, ha detto: “Doveva essere una giornata di festa per il Giro e per il territorio, invece così non è stato per questa serie di divieti”. I vincoli, sempre più stringenti, messi in atto dall’Ente Parco circa i territori compresi nell’area di pertinenza, non fanno altro che condizionare in maniera del tutto negativa, la promozione di un territorio, attrattivo come pochi dal punto di vista turistico su scala nazionale, già fortemente penalizzato da scelte scellerate fatte in passato. Un Ente Parco ha sì potere sulla gestione del territorio, ma non ha sicuramente quello di distruggere una economia e il turismo che, piaccia o no, rappresentano il vero volano di sviluppo e di ricchezza che la natura ci ha donato. Gestire non vuol dire solo mettere dei paletti, imporre delle regole (molte volte assurde e incomprensibili) e dire sempre di no a ogni richiesta. Gestire, come dovrebbe fare ogni buon padre di famiglia, significa soprattutto valorizzare un territorio, renderlo appetibile, fruibile e attrattivo. E’ ora di finirla con un Parco che condiziona in maniera pesante la vita di chi ci vive, di chi ci opera, di chi ci lavora, mettendo avanti solo interessi esclusivamente ideologici che nulla hanno a che vedere con il benessere della natura e della fauna che arricchiscono le zone interessate e sono totalmente miopi di fronte all’aspetto antropologico della zona dove non c’è solo quello faunistico. Ecco perché mi impegnerò perché tutto questo abbia fine. Confido anche nell’opera e nell’intervento dei Sindaci dei comuni che fanno parte del Parco. E’ giunto il momento di tirare una linea e cambiare una gestione che non gestisce ma che decide soltanto, che vieta e che impedisce ogni cosa. L’arrivo di una tappa del Giro d’Italia è una occasione unica di promozione del territorio, lo vedono in milioni, ne osservano le bellezze attraverso riprese spettacolari e ne sono attratti. Basta con questa gestione. Cambiamo rotta. E’ arrivato il momento di farlo.
Francesca Persia