Nonostante la paura e il
senso di insicurezza per quanto è avvenuto nel ‘loro’ pianoro –
prima il rinvenimento dei resti di Rossella Goffo e ora la
scomparsa di Carmela-Melania Rea, trovata poi uccisa nel
Teramano – gli ascolani non hanno voluto rinunciare a riunirsi
oggi, giorno della Liberazione e festa del santo, a Colle San
Marco, teatro nel giro di pochi mesi di due tragedie.
Molti quelli che hanno dormito in tenda, e centinaia le
persone che hanno raggiunto il colle; chi a piedi da Ascoli, chi
in bici, moto o camper, per poi preparare il pranzo di Pasquetta
al barbecue, passeggiare, giocare con i propri bambini. Non c’é
stato il boom degli altri anni (il 25 aprile il pianoro richiama
migliaia di persone), forse anche per il tempo incerto, ma è
sembrato che gli ascolani volessero riappropriarsi dei loro
spazi ed esorcizzare l’orrore di quanto è avvenuto lì.
E’ stata anche una giornata di cerimonie, con la deposizione
di una corona d’alloro sul cippo intitolato alla memoria di
quanti, organizzati in una prima forma di resistenza, cadettero
sotto i colpi dei nazifascisti nell’ottobre del ’43. Proprio
all’altezza di questo spoglio monumento ai caduti, Melania
potrebbe essere stata avvicinata e portata via dal suo
assassino. Nel sacrario dei partigiani si è poi tenuta la
cerimonia ufficiale con le autorità, il prefetto Pasquale
Minunni, il sindaco della città Guido Castelli, il presidente
della Provincia di Ascoli Piero Celani. Nessuno di loro ha fatto
cenno alla vicenda della Rea. La Provincia è Medaglia d’Oro al
Valor Militare per l’attività partigiana. (ANSA).