Se si chiede ad un qualunque abitante del pianeta Terra di nominare la prima bevanda che gli viene alla mente, acqua esclusa, nel 99,99% dei casi egli risponderebbe: “Coca Cola”. The Coca Cola Company, società produttrice della bibita più famosa del mondo, ha un volume d’affari annuo di circa 35 miliardi di dollari statunitensi e spende 3 miliardi di dollari statunitensi l’anno in pubblicità, ossia l’ 8,57% del suo volume d’affari. Perché ? Dato che produce e vende la bibita più famosa del mondo potrebbe evitarlo. Perché continua a farlo ? Perché non passa giorno senza che ciascuno di noi veda comparire il marchio Coca Cola centinaia di volte, ovunque si poggi lo sguardo ? Per un motivo semplicissimo: perché la Coca Cola, sebbene famosissima, ha molti concorrenti, perché sta sul mercato, perché gli acquirenti finali di Coca Cola potrebbero in qualsiasi momento decidere di acquistare una Pepsi invece di una Coca, e questo The Coca Cola Company non può permettere che accada. Ora, fatte le dovute proporzioni, la Julia Servizi Più, nella persona del suo amministratore, viene messa sotto accusa perché spende “troppo” in pubblicità.
Analizziamo la situazione con i numeri alla mano prendendo a riferimento l’ultimo anno, il 2012, quello in cui il costo complessivo per pubblicità e sponsorizzazioni stato pari, euro più euro meno, a 133.000 ed ha pesato di più sul bilancio. L’incidenza percentuale di detto costo sul volume d’affari complessivo, pari a più di otto milioni e mezzo di euro, è dell’1,5%, ancora meno se guardiamo gli anni precedenti. Se poi estrapoliamo da detto costo la spesa per sponsorizzazioni, che sono da interpretarsi come sostegno reale e tangibile ad una serie di piccole/medie/grandi iniziative nelle quali la società municipalizzata è intervenuta con piacere a sostegno della collettività, permettendo la realizzazione di una serie di interventi di valore socio-culturale oggettivo (vedi restauro dell’opera di Vedova, in esposizione permanente presso la Sala Buozzi), la spesa in pubblicità si riduce a 73.000 euro, ossia lo 0,8 % del volume d’affari della municipalizzata. E’ troppo ? Troppo rispetto a cosa ? Non è troppo né in valore assoluto né in valore relativo. I motivi sono presto detti.
La Julia Servizi è una società pubblica, ma non è un Ente pubblico. Il denaro in ingresso non è denaro pubblico ma RICAVI, ossia entrate generate da un’attività d’impresa svolta in regime di concorrenza e sottoposta, in quanto tale, al rischio d’impresa, cioè al rischio che per i più svariati motivi, gli utenti passino ad altro gestore e smettano di rifornirsi dalla Julia le cui entrate, quindi, non sono né garantite, né fisse. Il flusso lordo in ingresso dovuto alla vendita del gas metano è passato dai 5 milioni di euro del 2005 agli 8,5 del 2012. Pertanto, il ragionamento economicamente corretto da farsi non è “la Julia Servizi incamera 8 milioni di euro l’anno, andiamo a vedere perché è andata a spenderne 73.000 in pubblicità”, ma esattamente il suo contrario, ossia “la Julia Servizi è arrivata ad incassare più di 8 milioni di euro l’anno; andiamo allora a vedere quanto avrebbe incassato se non avesse fatto né pubblicità né sponsorizzazioni e se non avesse posto in essere le operazioni di marketing che invece ha posto in essere”.
Parafrasando una rubrichetta che appare su una nota rivista di enigmistica, viene da dire che “forse non tutti sanno che” la Julia Servizi non è un monopolista. La Julia Servizi combatte quotidianamente contro venti concorrenti sul territorio, concorrenti grossi, mastodontici, i cui nomi, che non pronunziamo, sono noti, arcinoti, veri colossi nel campo dell’energia, multinazionali. La piccola Julia Servizi è una realtà locale alla quale siamo tutti affezionati, ma bisogna riconoscere che il rapporto è di quello di Davide contro Golia. Ciononostante, la nostra municipalizzata combatte con le unghie e con i denti senza arrendersi mai, giorno per giorno, contro società che possono permettersi passaggi su tv nazionali, che sguinzagliano orde di venditori i quali, ad intervalli regolari di tempo, rastrellano a tappeto, una dopo l’altra, tutte le vie dei comuni nei quali sono collocati i nostri clienti, proponendo il passaggio ad altro fornitore, facendo spesso proposte allettanti e assolutamente fuori dal concetto di realizzabilità, ma ottenendo, così facendo, la tanto ambita firma sul contratto da parte del titubante potenziale cliente.
Qualcuno lascia intendere che la Julia Servizi, avendo sostenuto spese per pubblicità e sponsorizzazioni, avrebbe sottratto liquidità alle casse comunali, ma anche questa affermazione non risponde a verità. Nel triennio oggetto d’inchiesta – tra parentesi qualcuno ci dovrebbe spiegare che inchiesta è quella dove i dati raccolti non sono il frutto di indagini mirate e dirette a scoprire misteri e circostanze tenute segrete, ma il semplice risultato di una richiesta presentata alla società la quale, un minuto dopo, fornisce un elenco completo e circostanziato di dati che sono disponibili e pubblici – la Julia Servizi ha versato nelle casse comunali, oltre ai consueti 100.000 euro annui che sono sempre mediamente emersi, al netto di costi e tasse, dal bilancio a consuntivo della municipalizzata, ma ben 240.000 euro l’anno, frutto del pagamento rateizzato del trigeneratore. Quindi, anche da un punto di vista finanziario, e non soltanto prettamente economico, la Julia Servizi ha la coscienza pulita avendo contribuito in misura consistente e crescente a portare denaro nelle casse comunali.
L’amministrazione di un’azienda che opera su un mercato agguerrito come quello dell’energia, e che risponde a logiche d’impresa, non c’entra nulla e non può essere messa a confronto con l’amministrazione di un Ente Pubblico. I principi, gli scopi, le finalità e le modalità operative sono diametralmente opposti e non possono essere analizzati con le stesse metodiche. La Julia Servizi da quest’anno è impegnata in una sfida maggiore, ossia dare all’ Ente proprietario ancora più di quello che ha dato finora, sostenendolo nella realizzando del progetto “Riqualificazione Parco Annunziata” il quale, se non interverranno ostacoli, sarà un altro fiore all’occhiello della città di Giulianova, un’opera pubblica per tutti, cittadini e non, frutto di tanto impegno e di tanta volontà.
Se la Julia Servizi oggi, con i suoi 13 mila utenti, è una società in grado di realizzare quanto messo in programma, allora vuol dire che ogni singolo euro speso in pubblicità è stato ben speso e, a chi cerca di dimostrare il contrario, ricordiamo quanto sostenuto da Henry Ford, industriale, ingegnere e progettista statunitense : “Chi smette di fare pubblicità per risparmiare soldi è come chi ferma l’orologio per risparmiare il tempo”.
Simona Conte, amministratore unico della Julia Servizi