GIULIANOVA – “Come vicesindaco e assessore alla Pubblica istruzione, mi sento responsabile della tutela dei bambini e di tutti i cittadini. Per cui chiedo a chi di competenza di fare chiarezza su quanto nei giorni scorsi è accaduto a danno di tutta la comunità giuliese e non solo”.
Così Nausicaa Cameli dopo le concitate fasi riguardanti l’emergenza acqua potabile, rientrata a seguito delle nuove analisi che ne hanno attestato la potabilità.
“ASL, Prefettura e Regione hanno rassicurato sul fatto che ora l’acqua del Ruzzo può di nuovo essere bevuta perché i prelievi effettuati nella nottata tra il 9 e il 10 maggio sono risultati conformi. Ne prendo atto. Anche perché durante la fase dell’emergenza ho ricevuto centinaia di telefonate di persone che mi ponevano domande legittime alle quali mi era impossibile dare risposte. A nome quindi dei cittadini, che hanno tanti, troppi dubbi in proposito, chiedo con forza ai vertici degli Enti competenti risposte certe su quanto accaduto. Insomma, vogliamo chiarezza. Tanto più che la questione dell’acqua segue di nemmeno tre mesi il trauma del terremoto e della disastrosa nevicata che hanno davvero segnato la popolazione. L’acqua, non va dimenticato, è un bene vitale ed quindi un nostro diritto conoscere i referti delle analisi condotte sui campioni raccolti nei giorni precedenti l’8 maggio e in quelli seguenti nei punti di captazione prossimi al Gran Sasso”.
La vicesindaco interviene anche sulla questione del menù d’emergenza approntato dalla Cir Food per le mense scolastiche cittadine.
“Partiamo da due dati fondamentali. Il primo è che alle mense vengono forniti cibi freschi e non congelati. Il secondo è che il menù viene preparato dalla Cir Food rispettando rigorosamente le linee guida della Regione. Dirò di più. La stessa Cir Food effettua autonomamente, nel rispetto del loro protocollo, controlli periodici dell’acqua in uscita dai rubinetti delle cucine. A seguito di quanto accaduto, e della necessaria ordinanza sindacale sul divieto di uso dell’acqua potabile, la Cir Food, come richiesto dagli uffici comunali, ha fatto partire gli ordinativi per la fornitura dei pasti così da garantire un apposito menù d’emergenza. Qualche disguido c’è stato. Inizialmente – prosegue Nausicaa Cameli – erano previste le polpette, anche se nel comunicato ufficiale del Comune non si è fatto alcun riferimento alla composizione del menù. Ma credo vada compresa la fase davvero emergenziale che si è dovuta affrontare e che in altre località vicine non ha addirittura consentito alle ditte appaltatrici di assicurare il servizio mensa. Mi riferiscono che alcuni hanno rifiutato il pane, benché fosse stato impastato con acqua dichiarata potabile. Ed oggi ho appreso che alcuni genitori hanno preteso di fornire personalmente acqua in bottiglia per cucinare la pasta. Questo non si può fare”.
In merito interviente il dirigente Donato Simeone. “Avuta notizia di questa richiesta da parte dei genitori, mi sono premurato di avvisare le dirigenti scolastiche rilevando che la richiesta non può e non deve essere soddisfatta. La legge lo impedisce in modo categorico proprio per garantire la tutela della salute. Mi hanno riferito anche che per questa ragione i genitori preleveranno i figli dalle scuole. E’ una loro scelta, che ovviamente non condivido. Gli allarmi sono rientrati e il menù tornerà ad essere quello consueto. Oggi ad esempio sono previsti pasta e fagioli, frittata con zucchine, patate al forno, frutta o merendine a seconda dei gusti. Tutto sempre fresco, garantito e controllato”.