Il 26 dicembre scorso, la sezione Italia Nostra di Giulianova, ha inviato alla Regione Abruzzo e per conoscenza a tutte le istituzioni coinvolte, tra cui il Ministero, l’ARTA, il presidente della Provincia di Teramo e ben nove comuni che sarebbero interessati dalle perforazioni, una serie di osservazioni di carattere normativo e non solo, in cui si esprime l’assoluta contrarietà dell’associazione all’istanza di permesso di ricerca degli idrocarburi denominato “Villa Carbone” e “Villa Mazzarosa”. Il “via libera” consentirebbe alla ditta italiana Medoilgas Italia SpA, di svolgere ispezioni sismiche per successive attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi gassosi nei territori di Teramo, Castellalto, Canzano, Cermignano, Bellante, Notaresco, Cellino Attanasio, Mosciano Sant’Angelo e Roseto degli Abruzzi. La Medoilgas è una filiale della Mediterranean Oil and Gas, con sede a Londra, che voleva trivellare il pozzo Ombrina Mare, a soli 6 km dalla costa di San Vito Chietino, con l’installazione di una raffineria-desolforatore galleggiante. Fortunatamente la pressione popolare e la lacunosità della documentazione presentata dalla ditta in questione, hanno portato il Ministero dell’Ambiente a bocciare l’intero progetto. Per quanto attiene la richiesta per “Villa Mazzarosa”, nel rapporto ambientale inviato dalla Medoil Gas, si legge testualmente che “All’interno dell’area in Istanza per conferimento di Permesso di Ricerca di idrocarburi liquidi e gassosi Villa Mazzarosa non sono istituite aree naturali protette, di nessun ordine e grado (SIC, ZPS, Parchi Regionali o Nazionali). Il sito d’interesse comunitario più vicino all’area oggetto di studio è il SIC IT 7120083, denominato Calanchi di Atri, la cui estremità settentrionale si trova circa 8 km a Sud-Ovest del vertice d dell’area in istanza.”. Nel documento si omette –strumentalmente- la presenza della RISERVA NATURALE REGIONALE DEL BORSACCHIO, istituita con Legge della Regione Abruzzo n. 6 dell’8 Febbraio 2005, con il perimetro definitivamente approvato con Legge n. 34 del 1 ottobre 2007, le quali tutelano formalmente l’incontaminata bellezza dell’area del Borsacchio, con i suoi aspetti di integrità della costa sabbiosa abruzzese, la presenza di dune embrionali di vegetazione alofita con tratti di macchia mediterranea dove si riproducono e sostano rare specie di uccelli. I confini della Riserva naturale regionale del Borsacchio comprendono un’area di 1100 ettari nei territori comunali di Roseto degli Abruzzi e Giulianova. La Riserva protegge uno dei rari tratti di costa e terreni rimasti ancora liberi dall’urbanizzazione incontrollata che ha trasformato in pochi decenni le tranquille coste del mare Adriatico in un ambiente completamente edificato ed antropizzato. All’interno della riserva, secondo la legge, è vietata l’apertura di miniere e discariche, l’alterazione dell’ambiente geofisico, l’asportazione anche parziale e il danneggiamento delle formazioni minerali, l’introduzione di esplosivi, fuoristrada e mezzi a motore. Tutte attività che invece la Medoilgas intende eseguire (l’esercizio di perforazione di pozzi e di estrazione di risorse minerarie, l’introduzione di mezzi meccanici e le modifiche del territorio) sarebbero quindi illegali secondo le leggi che disciplinano la riserva naturale del Borsacchio. Il sito denominato “Villa Carbone”, è invece una lunga striscia di terra che coinvolge molti comuni della provincia, tra le vallate del Tordino e quelle del Vomano, e, come si può vedere dalla stessa cartina allegata alla documentazione del progetto della Medoilgas, la superficie interessata è ricca di uliveti e di vigneti, oltre che di terreni agricoli irrigui e zone collinari dove è fiorente la presenza di Country Houses e Agriturismi. A tal proposito si ricordano le prescrizioni contenute nell’art. 68 della L.R. n. 18/1983 nei commi 2 e 3: “2) È fatto divieto di destinare ad uso diverso da quello agricolo i terreni sui quali siano in atto produzioni ad alta intensità quali, tra l’altro, quella orticola frutticola, fiorita ed olivicola, nonché i terreni irrigui sui quali siano stati effettuati nell’ultimo quinquennio o siano in corso, interventi di miglioramento fondiario assistiti da contribuzioni o finanziamenti pubblici. 3) È, altresì, fatto divieto di destinare ad uso diverso da quello agricolo i terreni che, comunque, concorrono in modo determinate alla configurazione della dimensione economico-funzionale delle aziende.”
Inoltre, tra le strutture che la Medoilgas introdurrebbe nelle aree interessate, vi sono le vasche per il contenimento di rifiuti tossici a cielo aperto: in caso di incidenti o piogge potrebbero verificarsi forti esalazioni nocive per l’ambiente e per la salute umana.
Queste sono solo alcune delle osservazioni che Italia Nostra ha presentato agli organi istituzionali preposti a bloccare l’avanzata di quello che potrebbe essere il canto di requiem per un territorio, quello teramano, che invece ha bisogno di investire su una maggiore qualità della vita e della salute pubblica, nonché di una riconversione economica che punti sulla valorizzazione delle proprie peculiarità ambientali, paesaggistiche e culturali, con nuove e più compatibili forme di produzione. Il testo integrale delle osservazioni è consultabile nel sito della sezione all’indirizzo www.italianostra-giulianova.blogspot.com.