GIULIANOVA- Tante domande allo studioso anglo-pakistano, esperto di Islam radicale, contro i pregiudizi e la poca informazione.
L’islam, i terroristi dell’Isis e Al Qaeda sono stati al centro di una videoconferenza realizzata dal liceo scientifico Curie di Giulianova, durante la quale gli studenti hanno posto una raffica di domande ad Ahmed Rashid, il famoso giornalista pakistano, autore tra l’altro di The Talebans ed editorialista del Washington Post, Cnn e Bbc.Si è trattato di uno degli incontri voluti dal preside Luigi Valentini. Rashid ha prima conversato con il giornalista Andrea Barchiesi e poi ha risposto alle numerose e interessate domande dei ragazzi con i quali ha dialogato a lungo. Anzi, lo stesso scrittore al termine del confronto ha esternato tutta la simpatia agli studenti del liceo Curie esclamando: “È stato un piacere incontrarvi”.
L’intervista tramite Skype si è svolta nella sala Rubino del Liceo e a fare da interpreti le studentesse Gaia Raddadi e Francesca Ramoni.
La prima domanda è stata fatta da Pietro Beccaceci rappresentante d’Istituto:
D) -Può parlarci della sua esperienza personale?
“Iniziai a lavorare come giornalista nel 1981. Da sempre mi sono occupato di argomenti scomodi riguardanti il Medioriente ed il Pakistan, il mio paese di nascita e residenza. Ho scritto per diversi giornali internazionali come il New York Times, il Washington Post e la BBC.”
D) -Federico Braccischi ha chiesto: -Nell’agosto 2014 il giornale italiano Repubblica ha pubblicato un’intervista da lei rilasciata in cui comparava ISIS e Al Qaeda. Cosa pensa di queste due organizzazioni terroristiche?
“ Lo Stato Islamico è una minaccia peggiore di al-Qaeda. L’ISIS è il peggior gruppo estremista islamico, nessuno si era macchiato di crimini così gravi. Allo Stato Islamico non interessa, come ad al-Qaeda, realizzare attentati spettacolari in Europa o Usa,detiene molto di ostaggi occidentali e, al momento, questa è la loro vera arma contro Stati Uniti e Ue. Perché, a differenza di al-Qaeda, l’ISIS vuole costruire un vero Stato”
(cfr. Repubblica 23 Agosto 2014)
D) – La domanda successiva dello studente Raffaele Ferrante tocca una sfera più emotiva: -È più pericoloso un attacco dell’ISIS o la paura che essa provoca?
R) – “Ovviamente un attacco è molto più pericoloso della semplice paura che diffonde. Bisogna infatti ricordare che l’ISIS è un’organizzazione che, a differenza dei Talebani, non opera solo ed esclusivamente all’interno del proprio territorio ma è anzi spesso coinvolta in complotti esterni, prediligendo attacchi diretti ai grandi nuclei. È estremamente dittatoriale all’interno dei propri confini, più rigida rispetto all’organizzazione dei Talebani,comunità autogovernata e fondamentalista che generalmente non esce dai territori afgani,tendendo a combattere all’interno dei propri confini.”
D) – Gaya Raddadi ha chiesto: -Recentemente è deceduto il re dell’Arabia Saudita. Ciò come e quanto può intaccare il rapporto con l’ISIS?
R) “Come già detto, l’ISIS non attacca i poteri forti, mira prevalentemente a concentrare la sua attenzione su regimi deboli ed instabili politicamente. La successione regale in Arabia Saudita è regolamentata e legittimata da un potere religioso estremista. Tuttavia non essendoci comunque una forte instabilità, non si corrono rischi.”
D) – Con la domanda di Francesca Ramoni si entra nei tragici eventi che hanno turbato la Parigi delle ultime settimane: -Cosa pensa riguardo l’attacco avvenuto a Parigi? Come si collocano gli ultimi avvenimenti nel dibattito sulla libertà di stampa?
“Questo atto è stato condannato da tutto il mondo, compresa la comunità islamica. Bisogna infatti ricordare che la maggior parte della comunità è moderata, non fondamentalista.
Invito però a coltivare una maggiore sensibilità verso le religioni altrui e la sensibilità altrui. In alcuni paesi la blasfemia è un peccato estremamente grave ed è punito severamente.
Il concetto di libertà di stampa non è equivalente in tutto il mondo.
La libertà di stampa ha origini diverse in Francia,Germania,Italia..non credo che si possa mai arrivare ad un concetto univoco e sicuramente il dibattito sulla libertà di stampa non è destinato ad avere breve fine,tuttavia credo che si debba sempre avere cautela e rispetto nel trattare argomenti che per altri sono delicati. A qualsiasi razza, etnia o credo tu appartenga è di vitale importanza una sensibilità nei confronti dell’altro, delle sue libertà, della sua persona e dei suoi ideali ”
D) -L’ultima domanda, posta da Pietro Beccaceci,è un focus sui rischi per l’Italia: -L’ISIS ha recentemente affermato di voler attaccare Roma, pensa che abbiano i mezzi ed il potere adeguati per riuscirci o è solo una minaccia?
R) “Nella maniera più assoluta non c’è nulla di vero in tutto questo, è solo pura propaganda. L’ISIS infatti, seppur più pericolosa di Al-Quaeda, è una presenza più compatta sul territorio.
Non credo che l’influenza dell’ISIS possa giungere sino al mondo occidentale in quanto esso trova successo solo nelle regioni del Medio Oriente dove regnano caos e instabilità come in Siria, turbata dalla guerra civile, ed in un Iraq devastato dalle forze americane.”
Il messaggio dell’ISIS arriva dunque più forte agli esclusi in cerca di identità delle banlieue europee mancanti di efficaci politiche d’integrazione e inclusione, ai paesi destabilizzati dalle guerre alla faticosa ricerca di una stabilità a cui non si riesce a far fronte. Il potere e successo di questa cellula terroristica affondano le radici all’interno di quei contesti politico-sociali in cui la democrazia del mondo civilizzato ha più da render conto e da adottare politiche in collaborazione con i paesi islamici moderati affinché si faccia fronte comune contro il terrorismo.
L’intervista ad Ahmed Rashid ha creato interesse nei giovani che hanno potuto riflettere
sul presente e sul futuro dell’umanità e delle sue effettive libertà, che esse siano di parola, di stampa, di religione o di vita. “È stata sicuramente una bella esperienza ed una opportunità significativa quella che abbiamo avuto – ha commentato il giovane liceale Andrea Malatesta – conoscere e conversare con esperti internazionali di questi temi è una cosa di incommensurabile valore”. “Eventi di questo genere sono sempre un onore per la nostra scuola – ha dichiarato il Preside Luigi Valentini – e ci aiutano a promuovere un tipo di insegnamento che non è più di carattere contenutistico ma basato sull’esperienza. Non sono più gli insegnanti i soli fautori dell’istruzione degli studenti ma gli alunni stessi.”
L’intervista Via Skype si è conclusa con un applauso ad un interlocutore di grande spessore etico e culturale, accompagnato da dovuti ringraziamenti a giornalisti Andrea Barchiesi (La Repubblica) e Laura Ripani (Il Corriere dell’Adriatico) che hanno mediato il contatto.
Chi è Ahmed Rashid
Ahmed Rashid (1948) è stato corrispondente per la “Far Eastern Economic Review”, attualmente scrive per “Daily Telegraph”, “International Herald Tribune”, “The New York Review of Books”, “Bbc Online”, “The Nation”. Suoi articoli in italiano appaiono su “Internazionale”. Compare regolarmente su canali internazionali di informazione come Cnn e Bbc. Segue i conflitti in Afghanistan da prima dell’invasione sovietica del 1979 ed è stato per lungo tempo l’unico giornalista accreditato nell’area. Feltrinelli ha pubblicato Talebani. Islam, petrolio e il Grande scontro in Asia centrale (2001, 2010), Nel cuore dell’Islam. Geopolitica e movimenti estremisti in Asia centrale (2002), Caos Asia. Il fallimento occidentale nella polveriera del mondo (2008, premio Terzani 2009) e Pericolo Pakistan (2013).
, il famoso giornalista pakistano, autore tra l’altro di The Talebans ed editorialista del Washington Post, Cnn e Bbc.Si è trattato di uno degli incontri voluti dal preside Luigi Valentini. Rashid ha prima conversato con il giornalista Andrea Barchiesi e poi ha risposto alle numerose e interessate domande dei ragazzi con i quali ha dialogato a lungo. Anzi, lo stesso scrittore al termine del confronto ha esternato tutta la simpatia agli studenti del liceo Curie esclamando: “È stato un piacere incontrarvi”.
L’intervista tramite Skype si è svolta nella sala Rubino del Liceo e a fare da interpreti le studentesse Gaia Raddadi e Francesca Ramoni.
La prima domanda è stata fatta da Pietro Beccaceci rappresentante d’Istituto:
D) -Può parlarci della sua esperienza personale?
“Iniziai a lavorare come giornalista nel 1981. Da sempre mi sono occupato di argomenti scomodi riguardanti il Medioriente ed il Pakistan, il mio paese di nascita e residenza. Ho scritto per diversi giornali internazionali come il New York Times, il Washington Post e la BBC.”
D) -Federico Braccischi ha chiesto: -Nell’agosto 2014 il giornale italiano Repubblica ha pubblicato un’intervista da lei rilasciata in cui comparava ISIS e Al Qaeda. Cosa pensa di queste due organizzazioni terroristiche?
“ Lo Stato Islamico è una minaccia peggiore di al-Qaeda. L’ISIS è il peggior gruppo estremista islamico, nessuno si era macchiato di crimini così gravi. Allo Stato Islamico non interessa, come ad al-Qaeda, realizzare attentati spettacolari in Europa o Usa,detiene molto di ostaggi occidentali e, al momento, questa è la loro vera arma contro Stati Uniti e Ue. Perché, a differenza di al-Qaeda, l’ISIS vuole costruire un vero Stato”
(cfr. Repubblica 23 Agosto 2014)
D) – La domanda successiva dello studente Raffaele Ferrante tocca una sfera più emotiva: -È più pericoloso un attacco dell’ISIS o la paura che essa provoca?
R) – “Ovviamente un attacco è molto più pericoloso della semplice paura che diffonde. Bisogna infatti ricordare che l’ISIS è un’organizzazione che, a differenza dei Talebani, non opera solo ed esclusivamente all’interno del proprio territorio ma è anzi spesso coinvolta in complotti esterni, prediligendo attacchi diretti ai grandi nuclei. È estremamente dittatoriale all’interno dei propri confini, più rigida rispetto all’organizzazione dei Talebani,comunità autogovernata e fondamentalista che generalmente non esce dai territori afgani,tendendo a combattere all’interno dei propri confini.”
D) – Gaya Raddadi ha chiesto: -Recentemente è deceduto il re dell’Arabia Saudita. Ciò come e quanto può intaccare il rapporto con l’ISIS?
R) “Come già detto, l’ISIS non attacca i poteri forti, mira prevalentemente a concentrare la sua attenzione su regimi deboli ed instabili politicamente. La successione regale in Arabia Saudita è regolamentata e legittimata da un potere religioso estremista. Tuttavia non essendoci comunque una forte instabilità, non si corrono rischi.”
D) – Con la domanda di Francesca Ramoni si entra nei tragici eventi che hanno turbato la Parigi delle ultime settimane: -Cosa pensa riguardo l’attacco avvenuto a Parigi? Come si collocano gli ultimi avvenimenti nel dibattito sulla libertà di stampa?
“Questo atto è stato condannato da tutto il mondo, compresa la comunità islamica. Bisogna infatti ricordare che la maggior parte della comunità è moderata, non fondamentalista.
Invito però a coltivare una maggiore sensibilità verso le religioni altrui e la sensibilità altrui. In alcuni paesi la blasfemia è un peccato estremamente grave ed è punito severamente.
Il concetto di libertà di stampa non è equivalente in tutto il mondo.
La libertà di stampa ha origini diverse in Francia,Germania,Italia..non credo che si possa mai arrivare ad un concetto univoco e sicuramente il dibattito sulla libertà di stampa non è destinato ad avere breve fine,tuttavia credo che si debba sempre avere cautela e rispetto nel trattare argomenti che per altri sono delicati. A qualsiasi razza, etnia o credo tu appartenga è di vitale importanza una sensibilità nei confronti dell’altro, delle sue libertà, della sua persona e dei suoi ideali “
D) -L’ultima domanda, posta da Pietro Beccaceci,è un focus sui rischi per l’Italia: -L’ISIS ha recentemente affermato di voler attaccare Roma, pensa che abbiano i mezzi ed il potere adeguati per riuscirci o è solo una minaccia?
R) “Nella maniera più assoluta non c’è nulla di vero in tutto questo, è solo pura propaganda. L’ISIS infatti, seppur più pericolosa di Al-Quaeda, è una presenza più compatta sul territorio.
Non credo che l’influenza dell’ISIS possa giungere sino al mondo occidentale in quanto esso trova successo solo nelle regioni del Medio Oriente dove regnano caos e instabilità come in Siria, turbata dalla guerra civile, ed in un Iraq devastato dalle forze americane.”
Il messaggio dell’ISIS arriva dunque più forte agli esclusi in cerca di identità delle banlieue europee mancanti di efficaci politiche d’integrazione e inclusione, ai paesi destabilizzati dalle guerre alla faticosa ricerca di una stabilità a cui non si riesce a far fronte. Il potere e successo di questa cellula terroristica affondano le radici all’interno di quei contesti politico-sociali in cui la democrazia del mondo civilizzato ha più da render conto e da adottare politiche in collaborazione con i paesi islamici moderati affinché si faccia fronte comune contro il terrorismo.
L’intervista ad Ahmed Rashid ha creato interesse nei giovani che hanno potuto riflettere
sul presente e sul futuro dell’umanità e delle sue effettive libertà, che esse siano di parola, di stampa, di religione o di vita. “È stata sicuramente una bella esperienza ed una opportunità significativa quella che abbiamo avuto – ha commentato il giovane liceale Andrea Malatesta – conoscere e conversare con esperti internazionali di questi temi è una cosa di incommensurabile valore”. “Eventi di questo genere sono sempre un onore per la nostra scuola – ha dichiarato il Preside Luigi Valentini – e ci aiutano a promuovere un tipo di insegnamento che non è più di carattere contenutistico ma basato sull’esperienza. Non sono più gli insegnanti i soli fautori dell’istruzione degli studenti ma gli alunni stessi.”
L’intervista Via Skype si è conclusa con un applauso ad un interlocutore di grande spessore etico e culturale, accompagnato da dovuti ringraziamenti a giornalisti Andrea Barchiesi (La Repubblica) e Laura Ripani (Il Corriere dell’Adriatico) che hanno mediato il contatto.
Chi è Ahmed Rashid
Ahmed Rashid (1948) è stato corrispondente per la “Far Eastern Economic Review”, attualmente scrive per “Daily Telegraph”, “International Herald Tribune”, “The New York Review of Books”, “Bbc Online”, “The Nation”. Suoi articoli in italiano appaiono su “Internazionale”. Compare regolarmente su canali internazionali di informazione come Cnn e Bbc. Segue i conflitti in Afghanistan da prima dell’invasione sovietica del 1979 ed è stato per lungo tempo l’unico giornalista accreditato nell’area. Feltrinelli ha pubblicato Talebani. Islam, petrolio e il Grande scontro in Asia centrale (2001, 2010), Nel cuore dell’Islam. Geopolitica e movimenti estremisti in Asia centrale (2002), Caos Asia. Il fallimento occidentale nella polveriera del mondo (2008, premio Terzani 2009) e Pericolo Pakistan (2013).