GIULIANOVA – Il gruppo industriale Quartiglia naviga verso acque sicure. Le assemblee dei creditori hanno infatti approvato a maggioranza la proposta di concordato preventivo e a giorni è attesa l’omologa. Entra così nel vivo il piano di ristrutturazione di quello che è stato il terzo gruppo in Italia specializzato nelle forniture di prodotti alimentari e attrezzature a ristoranti, alberghi, mense e comunità, non solo in tutta Italia, ma anche all’estero. Ma che si è ritrovato ad avere più di 70 milioni di euro di debiti, causati in gran parte dall’insolvenza dei propri clienti, ma anche da una netta contrazione del credito alle imprese. Insomma, i problemi che hanno causato la “caduta” di molte imprese e che nel caso di Quartiglia hanno prodotto 1.046 creditori (ammessi all’adunanza) per 61 milioni 970mila euro di debiti chirografari e circa 8 milioni di privilegiati.
IL CONCORDATO DI GRUPPO. L’operazione di salvataggio, non solo per la mole del debito ma anche per la strutturazione delle aziende, è stata di non poco conto. Il tribunale di Teramo, e in particolare il giudice delegato Giovanni Cirillo, ha dato vita a uno dei pochissimi concordati di gruppo in continuità mai avviati in Italia – se ne contano solo una quindicina – insieme ai commissari giudiziali Carlo Del Torto e Massimo Dell’Orletta. Un’operazione tecnicamente ad alti livelli, dunque – la più complessa esistente nel tribunale di Teramo – che in parole povere ha visto riunite le otto aziende del gruppo in una società, la Gruppo Quartiglia sas creata ad hoc per la gestione della procedura concorsuale.
Sono diversi gli effetti positivi raggiunti con il varo di questo concordato preventivo in continuità (in cui continua, cioè, l’attività aziendale). Innanzitutto la conservazione degli oltre 70 posti di lavoro, più tutto l’indotto in un momento in cui il territorio soffre una grave emergenza occupazionale. Ma non solo: la continuità genera almeno 5 milioni in più rispetto all’alternativa di un fallimento. Una cifra in più utilizzata per aumentare la percentuale di soddisfacimento dei creditori. Il giudice Cirillo, che ha seguito passo passo l’evolversi della procedura, ha infatti sollecitato la modifica del piano per arrivare a un maggiore soddisfacimento dei creditori. Originariamente le percentuali – ovviamente per i chirografari – erano molto più basse, dall’1 al 3%, mentre nella versione definitiva si è arrivati al soddisfacimento del 6%, con garanzia di adempimento. Un passo avanti recepito dai creditori: hanno votato a favore della proposta e del piano di ristrutturazione anche alcune banche e l’Agenzia delle entrate, che vanta dei crediti erariali.
IL PIANO INDUSTRIALE. Il piano di ristrutturazione è molto complesso e prevede fino al 2019 un profondo riassetto. Il gruppo guidato da Alessandro Quartiglia – che peraltro è stato presidente del Giulianova calcio ai tempi d’oro della società giallorossa – ha deciso di abbandonare alcuni mercati che si sono rivelati anti-economici, nel Nord Italia e in Sicilia. Ha deciso inoltre di accorpare alcune strutture commerciali e produttive, riducendo il numero di piattaforme soprattutto al Nord e al Sud (quelle di Roseto e Mosciano restano). La parte logistica si svolgerà in una piattaforma nell’area industriale di Colleranesco, mentre la sede amministrativa non sarà più nello stabile di Santa Lucia di Roseto ma sarà trasferita nell’ex stabilimento La Perla di Voltarrosto. Spostamenti che avverranno entro dicembre. A questo si aggiungono una accurata selezione della clientela e una rielaborazione delle politiche di vendita.
Un piano articolato, la cui attuazione si concluderà nel 2019, quando secondo le previsioni si saranno create nuove risorse per circa 16 milioni di euro. Utili per soddisfare i creditori. Una stima che viene ritenuta molto attendibile, visto che l’avvocato teramano Del Torto e il commercialista rosetano Dell’Orletta hanno studiato i flussi di cassa sin dal marzo 2014, quando l’azienda presentò in tribunale la domanda di pre-concordato in continuità. All’epoca vennero nominati pre-commissari giudiziali i due professionisti,
poi confermati nella seconda fase, di ammissione al concordato preventivo in continuità. E in quest’ambito rientra la scelta, particolarmente felice, di utilizzare uno strumento offerto dalla legge, ma poco frequentato, cioè il concordato preventivo di gruppo.
da Il Centro