Ieri il tribunale ha convocato i dirigenti della Sangiovannese, atto che viene interpretato come l’anticamera del fallimento. E nella stessa giornata il presidente della Lega Pro, Macalli, ha annunciato che sono tantissime le società che rischiano di non iscriversi.

E che accade in casa giallorosa? Ufficialmente, si dovrebbe dire: tutto tace, se non che ci sono stati i controlli d aparte della “Deloitte”, organismo di controllo della Figc, e tutto è andato bene e che domani toccherà alla Covisoc tornare a guadare nelle pieghe di bilancio della società giallorosa, che deve fare ancora i conti con le incombenze del prossimo 24 e 30 giugno per “chiudere” in pratica al stagione.  Questo dentro la società e fuori? Ufficiosamente ci sarebbero addirittura  tre “cordate” pronte a rilevare la società. Una, per il momento segreta, potrebbe contare sulla fiducia del sindaco Mastromauro (sperando che non accade come successe l’inverno scorso con gli “inviati” ascolani), un’altra sulla quale starebbe “lavorando” Sergio Federico, che ha appoggiato il presidente D’Agostino negli ultimi mesi ed infine un ritorno di una cordata di imprenditori del sud che avrebbe chiesto ed ottenuto un incontro con lo stesso sindaco ma di cui attualmente te non si sa più nulla. L’impressione, se si tratta di iniziative concrete, è che tutte e tre le cordate vorrebbero che dapprima il presidente Dario D’Agostino trovi i soldi per  formalizzare la fideiussione ed iscrivere la squadra e poi andare a trattare. Sarebbe più giusto, invece, che, se ci sono imprenditori veramente interessati che si facciano vivi adesso (e se, in un caso c’è anche il sindaco, ancora di più) per evitare che ci siano difficoltà di iscrizione. Infine, sul piano delle comproprietà, avviate con la Reggina quelle per Campanacci e Bontà, definita in parte quella con il Napoli per Dezi e non ce ne sono altre.