Il  sasso lo lanciano Francisco

Ventoso e Manuel Belletti alla partenza di Termoli, ma esplode

fragoroso al traguardo di Teramo. I due accusano Mark Cavendish

di essersi fatto trainare da un’ammiraglia domenica sulla salita

dell’Etna per non finire fuori tempo massimo. Forse si sarebbe

tutto risolto in una bolla di sapone se il britannico non avesse

vinto la tappa.

Sfortunatamente per lui ha vinto e dunque la

polemica esplode come una bomba a orologeria.

   Non è molto amato nel gruppo, uno come Cavendish. E’ un

istintivo, che spesso reagisce anche in modo scomposto e ha

molti nemici. A Parma ha mandato a quel paese Petacchi accusando

lo spezzino di avergli tagliato la strada. L’anno scorso ha

fatto un gestaccio al Romandia, al Giro della Svizzera lo hanno

accusato di aver fatto cadere due avversari. Lui oggi si

difende, dice che non è vero, che è tutta invidia. D’altronde

la giuria del Giro non lo ha sanzionato e dunque ha ragione lui.

   Intanto dribblando le polemiche la sua tappa riesce a

vincere. E questa era proprio la sua. Tappa pianeggiante e

sprint di gruppo in rettilineo. E si prende la rivincita di

Parma su Petacchi. Nettamente primo il britannico, ma lo

spezzino e la Lampre sbagliano completamente la volata. La

anticipano troppo e naufragano. Nelle volate difficile che

qualcuno non rimanga male, questa volta tocca al brasiliano

Fischer che subisce un’evidente scorrettezza.

   Una tappa fin troppo scontata finisce dunque in chiacchiere.

E meno male perché in gara non è praticamente successo niente.

A parte la solita fuga da lontano. Ma anche questa era scontato

che sarebbe finita. Come è stato dopo 148 chilometri per i

francesi Cazaux, Krivtsov (ucraino però di nascita) e il

giapponese Beppu. Cazaux e Beppu i primi a partire, poi dopo

diciassette chilometri si è formato il terzetto. Hanno avuto

fino a sei minuti e venti di vantaggio. Il gruppo dietro ha

lasciato fare ma ha sempre controllato e quando ha deciso che

era ora di riprenderli ha alzato il ritmo. A undici chilometri

dal traguardo la fuga si è conclusa. E’ partito in contropiede

da solo il britannico Millar, ma per gli uomini della Htc oggi

era troppo importante la vittoria di Cavendish, che a dieci

chilometri dall’arrivo si è anche fermato per cambiare la bici.

   Purtroppo per lui, e per i velocisti del Giro, rimane

soltanto una tappa, dopodomani a Ravenna. Poi iniziano le

montagne dure e molti si perderanno per strada. Chi per

stanchezza, chi fuori tempo massimo. E’ sempre così. Lo sarà

anche per Cavendish. Ma lui voleva almeno vincere una tappa, la

sua sesta al Giro, quella di Parma gli era andata di traverso.

Per Petacchi un altro piazzamento, dopo il secondo posto di

Fiuggi e il terzo di Tropea. Lui quest’anno si è allenato in

altura, è dimagrito e si difende anche in salita, dove deve

dare una mano a Scarponi.

   Giornata tranquilla la prima in maglia rosa per Alberto

Contador. Non sono certo queste le tappe per metterlo in

difficoltà. Per batterlo bisogna sperare in una sua giornata no

e in qualche alleanza. Non è molto sportivo ma non sarebbe la

prima volta. Nibali e Scarponi per ora corrono ognuno per sé,

ma presto potrebbero decidere di correre insieme. E allora per

Contador sarà il momento della verità. Per il momento

l’iberico aspetta e fa il prezioso. Oggi si è perfino negato in

conferenza stampa. Sarebbe da sanzionare, ma hanno chiuso un

occhio. Come sul presunto ‘aiutino’ a Cavendish. Così i

sospetti rimangono, e questo certo non fa bene all’immagine del

ciclismo.