Questa notte nella clinica Sant’Agnese di Pineto è deceduto il maestro dello sport Emilio Della Penna. Aveva 80 anni. I funerali si svolgeranno domani pomerigigo, alle 14,30, nella chiesa di San Flaviano
Il suo nome è Emilio Della Penna, grande maestro di calcio e soprattutto grande maestro di vita e persona dalla squisita gentilezza ed educazione. Un amore incondizionato per il pallone, un amore viscerale per la sua Giulianova vissuto quotidianamente per oltre sessantacinque anni e iniziato come portiere di belle speranze tra gli eroi della mitica “Freccia D’Oro” che, nell’immediato dopoguerra rimisero in piedi le sorti della leggenda giallorossa.
Poi, con la giovinezza che inevitabilmente sfiorisce, Emilio passa dal campo alla panchina. Dal 1965 al 1970 per cinque stagioni è l’allenatore del Giulianova in serie D ruolo che, in considerazione con i suoi impegni con le giovanili, svolge con il sostegno di Enzio Falini. A suggellare il nuovo percorso calcistico sono i quattro campionati vinti dal 1967 al 1977, nel decennio d’oro del Settore Giovanile del Giulianova. Il primo, storico scudetto del giugno del 1967 quando la Juniores supera per 5-4 ,dopo i calci di rigore, il Pordenone. Doppio trionfo nella stagione 75/76 ancora con la Juniores nella finale di Levico Terme 2-1 al Prato con reti di Cosenza e Lepidi e con la categoria Allievi 4-1 alla malcapitata Alessandria in quel di Civitavecchia.
Nella stagione successiva mister Della Penna, in collaborazione con il fido Armando Falini, vince il suo quarto scudetto tricolore. Questa volta a soccombere è la Cremonese che, nella finalissima giocata al Fadini, davanti a 3000 spettatori, viene sconfitta per 3-1; questa la formazione di quel Giulianova: D’Arcangelo-Nodale-Ferroni-Catarra-Mariani-Pavone-Giampaolo-Palazzese-Lepidi-Cosenza-D’Ottavio.
Poi ancora allenatore del Lanciano e, ahimè, del Teramo, di quel Teramo che agli inizi degli anni settanta inseguiva vanamente i lupi giallorossi nella terza serie nazionale, con il buon Emilio che nell’immaginario collettivo veniva dipinto come una sorta di voltabandiera.
La grande occasione arriva nella stagione 74/75. L’allora presidente, il mitico Titì Orsini, lo vuole in prima squadra, allenatore in serie C del Giulianova di Giorgini, Ciccotelli, Bertuccioli ed altri eroi del nostro calcio. Non iniziò male la nuova avventura, alla sconfitta all’esordio a Grosseto si contrappone la netta affermazione casalinga nel derby con la Pro Vasto. Il Giulianova giovane ed arrembante di mister Della Penna cominciò a macinare gioco e gol, le due vittorie esterne a Riccione e Carpi portarono tranquillità e soddisfazione nel clan giuliese, ma forse anche un pizzico di appagamento che la squadra pagherà cara nelle partite successive. A complicare le cose contribuì anche l’infortunio a Bernardini, motorino tuttofare di centrocampo uno che per 90 minuti recuperava palloni in quantità industriale senza mai risparmiarsi. Il forfait dell’ex giocatore del Bellaria costrinse Emilio a fare esperimenti nel reparto centrale e in una stagione di grandi ristrettezze economiche, com’era in voga all’epoca, si “pescò” nella Juniores. Toccò così al diciottenne Ivo Iaconi esordire tra i grandi. Il biondo giovanotto si disimpegnò bene nell’inedito ruolo di centrocampista, ma la squadra tra malasorte e carenze di organico non ne beccò più una.
Un magro pareggio al Fadini con il Ravenna e tre sconfitte consecutive costarono il posto a Emilio Della Penna che continuò con dedizione e successo il delicato lavoro nel settore giovanile. Il Dott. Orsini, dalla stanza dei bottoni, aveva già individuato il sostituto, fu così che il progetto di rilancio del Giulianova venne affidato a Gianni Corelli.
Nel campionato 76/77 con l’avvento sulla panchina giallorossa di Sergio Manente, Emilio tornò ad occuparsi della prima squadra questa volta nelle vesti di secondo. L’esperto allenatore friulano lo volle fortemente al suo fianco percependone le grandi doti sportive ed umane.
Con il trascorrere del tempo, tra delusioni e trionfi, tra critiche e attestati di stima, con la sua voglia di football che aumentava sempre di più, ebbe l’idea di creare una Scuola Calcio. Era il 1983, gli echi spagnoli dell’Italia mundial avevano contribuito non poco a far risalire il fattore gradimento per lo sport nazionale, fu così che, l’anno seguente, centinaia di bambini giuliesi si iscrissero alla nuova associazione e tutti con un unico obiettivo: giocare a pallone.
Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti, insieme ai collaboratori di sempre, da Francesco Di Filippo a Leo Giannattasio, da Pasqualino Rossi ad altri ex compagni di viaggio che hanno avuto l’onore e l’onere di contribuire alla crescita sportiva ed umana di migliaia di ragazzini con l’enorme soddisfazione di vedere molti di loro giocare tra i professionisti, da Walter Piccioni a Gianni Merletti, poi ancora Cristian Cicioni, Mario Di Felice, Giampaolo Ruggieri, Daniele Valentini, Stefano Olivieri, Federico Del Grosso, Francesco Bontà, Marco Palandrani, Michele Rinaldi, Danilo Testoni in un lungo elenco che ci porta a quei ragazzi che sono arrivati a calcare i campi di Serie A come Vittorio Micolucci, Moris Carrozzieri e Cristiano Del Grosso, ultimo in ordine di tempo a giocare tra gli eletti del calcio.
Vorrei concludere con una frase rivolta ai ragazzi che Emilio mi suggerì e la pubblicammo nel primo album della Scuola Calcio nel 2005:
Ecco questo era Emilio Della Penna un uomo che viveva agli antipodi di alcuni personaggi che nulla hanno a che fare con il mondo del calcio soprattutto quello popolato dai giovani, un grandissimo insostituibile presidente di un’associazione dove cordialità, rispetto reciproco e grande senso di amicizia erano le tracce distintive di chi ha la cultura di confrontarsi civilmente con chi gli sta’ vicino.
Addio mister, addio leggenda del calcio di casa nostra, addio presidente Emilio Della Penna eroe di un calcio di altri tempi che oramai non c’è più.
Maurizio Franchi