GIULIANOVA – Mentre ci sono proteste per il trasferimento del parroco del Duomo, che ha avviato anche un raccolta di firme e chi contesta il vescovo a tal punto da affermare <che non venga il 22 aprile a Giulianova> a gettare acqua sul fuoco è lo stesso don Domenico Panetta, il sacerdote che regge le sorti della parrocchia di San Flaviano e destinato al trasferimento. Con questo itinerario: dapprima al convento di Morrovalle, nel Maceratese dove c’è il fratello frate, proprio per un periodo di riposo, e successivamente a Loppiano, nella campagna toscana e sede del maggior complesso dei focolarini. <Ma non è un trasferimento punitivo o voluto per un capriccio di monsignor Seccia –spiega don Domenico con la consueta pacatezza_ in ballo ci sono soltanto le mie condizioni di salute di cui il vescovo si preoccupa. E sono preoccupato anch’io perché devo combattere con il diabete>. Poi ammette anche di avere un po’ di paura: <Noi parroci – aggiunge- siamo spesso attaccati da questa malattia e di recente ad un mio collega di Alba Adriatica, proprio per questo motivo, hanno dovuto amputare una gamba> Ma poi torna sempre sincero ma più scherzoso: <Voi sapete che nella mia parrocchia tutti mi vogliono bene –continua.- e questa è la cosa che soprattutto mi fa star male per questo distacco. Mi invitano tutti a mangiare nelle loro case i miei parrocchiani e guai se non ci vado. So offendono a morte, specie se sono andato da uno e non da un altro e, naturalmente, quando vado, mi preparano dei pranzi sopraffini e devi mangiare, altrimenti hanno l’impressione che non hai gradito. E ci scappa inevitabilmente anche qualche bicchiere di vino, ma è così, è la vita. Solo che quando queste cene aumentano anche la mia glicemia ne risente e c’è un solo modo per curarsi seriamente>. Non lo dice, ma lo fa capire: in convento, dove, anche per quanto riguarda il cibo, bisogna osservare delle regole. Ed ecco allora il primo trasferimento a Morrovalle in un clima più cordiale, amico, comprensibilmente…fraterno e poi dove forse bisognerà fare qualche sacrificio in più, tra i focolarini. Ma potrebbe tornare, anche se non proprio tra un anno, sano, forte e più benvoluto di prima. Intanto si staglia all’orizzonte il nome del probabile (quasi sicuro) sostituto. Si tratta dell’ex priore del Monastero dei Benedettini Silvestri, don Leonardo Bux, che è stato per due, chiamiamole così <legislature> priore della sede giuliese ed attualmente destinato ad un importante incarico, componente della segreteria generale del Padre generale del movimento. Si trova adesso a Roma, dove, da qualche giorno c’è anche l’attuale priore del Monastero giuliese, don Carlo Farinelli, chissà forse <inviato speciale> di monsignor Seccia per sondare il terreno. Ma l’ultima parola spetta, da tradizione, alla congregazione dei benedettini.