La storia del soldato Hobbs e di altri commilitoni inglesi è una delle tante vicende del secondo conflitto mondiale che attraversa il tempo e giunge fino ai nostri giorni.
Questa volta la vita del “soldato Rayan” (noto film sullo sbarco in Normandia), fu salvaguardata dagli abitanti del paese.
Il ritrovamento di un diario su cui furono trascritti tutti gli avvenimenti intercorsi tra la campagna d’Africa e l’Abruzzo, da parte di Daniel Hobbs, detto “Jack” che insuieme ad un gruppo di militari inglesi, ha dato vita a una vicenda rimasta nel mistero e svelata solo nel 2007. Della storia di Jack se ne occupato anche un sito della Bbc all’epoca del ritrovamento.
A far da sfondo l’ospitalità degli abitanti di contrada Reginaldo, frazione alle porte del paese, sullo scenario dei fatti della Seconda guerra mondiale e dell’invasione della penisola italiana da parte dell’esercito tedesco
Robert Hobbs, figlio di Jack, e la sua famiglia composta dalla moglie Anne Mary e il figlio David, vennero a Roccamontapiano nel 2007 per ritrovare i luoghi e le persone che aiutarono il padre e i soldati inglesi ospitati e messi al sicuro dalle truppe tedesche.
I famigliari del soldato Jack hanno stretto amicizia con la famiglia Orlandi e la contrada roccolana che ebbero il coraggio di rifiutarono la logica della consegna e delle segnalazioni imposto dal Comando tedesco che proprio a Roccamontepiano aveva piazzato la propria sede operativa nell’antico Palazzo Corsi.
Furono i coraggiosi contadini a nascondere fin dalle prime ore dell’invasione tedesca il gruppo di britannici in fuga da un campo di prigionia della Lombardia dopo la confusa vicenda dell’8 settembre 43’, giorno dell’armistizio ma anche della smobilitazione delle nostre forze armate rimaste senza ordini mentre la famiglia reale fuggiva da Roma per riparare in Abruzzo e poi a Brindisi partendo dal porto di Ortona.
Il rifugio di quei soldati allo sbando per tre settimane, dal 13 settembre 1943 fino ai primi di ottobre fu proprio la piccola comunità di Reginaldo.
E’ significativo il fatto che la grande storia sia fatta soprattutto di episodi marginali che nel caso della comunità roccolana si traducono in un grande evento, fatto di coraggio, solidarietà ed accoglienza.
Dal quel diario abbiamo una capillare ricostruzione degli spostamenti fino al ricongiungimento dei fuggiaschi con le truppe della VIII Armata in risalita lungo lo stivale alla vigilia dello sfondamento della linea Gustav che i tedeschi avevano attestato lungo le sponde del Fiume Sangro.
Hobbs, tenente 25enne all’epoca dei fatti fu prigioniero degli italiani a Tobruk durante uno dei tanti rovesci della campagna nordafricana che culminò con la sconfitta italo-tedesca ai primi di novembre 1942 con la seconda battaglia di El Alamein.
Nel 2007 l’incontro tra Carlo Orlandi figlio di Luigi, il roccolano che parlava inglese per aver avuto una lunga esperienza di emigrante negli Stati Uniti, fu particolarmente commovente per il fatto che questo ha avuto la pazienza di conservare e riconsegnare un rasoio, che Hobbs padre aveva con sé all’arrivo durante la fuga.
Questo rasoio, il tenente inglese stesso, lo regalò a Luigi Orlandi per ringraziarlo di tutto quello che aveva fatto per tenerlo nascosto prima della sua partenza.
Un pezzo della piccola storia che Carlo Orlandi, il figlio allora appena undicenne di Luigi, ha messo nelle mani di Robert dicendo che quell’oggetto andava riconsegnato al figlio di quel soldato.
Ospitare i soldati alleati significava, in quei giorni, rischiare la vita.
La presenza di quei soldati non restò un fatto segreto ed i tedeschi cominciarono ad eseguire rastrellamenti in ogni dove fin tanto da circondare una contrada limitrofa a quella di Reginaldo.
Fortunatamente sbagliarono contrada e Jack Hobbs avvisato da Carlo ebbe modo di fuggire frettolosamente con i suoi compagni, e oltrepassare le linee per essere rimpatriato dalla Puglia nella sua Carlisle, cittadina del nord-ovest al confine con la Scozia.
In occasione del 70° anniversario di quegli eventi la famiglia Hobbs ha deciso di tornare in Italia ed a Reginaldo presso la piccola chiesa di San Giuseppe lavoratore dove verrà inaugurata una targa commemorativa di riconoscimento del coraggio degli abitanti di Roccamontepiano.
L’appuntamento è per giovedì 22 agosto, alle ore 19.00.