GIULIANOVA – Aumentata la spesa sociale dell’Ente per l’assistenza ai minori. Questa mattina, in Comune, si è tenuta una conferenza stampa per fare chiarezza sulla situazione del Condominio Solidale.
Hanno partecipato all’incontro con i giornalisti il Sindaco di Giulianova Jwan Costantini e l’Assessore alle Politiche per la Casa Lidia Albani. Gli amministratori, nel ripercorrere le fasi che hanno riguardato l’iniziativa di emergenza abitativa, hanno dichiarato che, in questi sei anni (dal 2013 al 2019) il Comune di Giulianova ha speso la somma di 306 mila e 226 euro per pagare le spese relative all’emergenza abitativa prima per utenti ospiti in strutture ricettive di cui, in seguito, una parte è stata collocata nel condominio di via Sabotino.
“L’ emergenza abitativa non può avere la durata di sei anni. Così facendo il Comune ha portato avanti un’iniziativa di puro assistenzialismo, senza puntare al naturale reinserimento di queste persone nella società – dichiara l’Assessore Albani – Nella relazione generale l’assistente sociale scrive che gli ospiti del Condominio, percependo attualmente il Reddito di Cittadinanza ogni mese, possono associarsi liberamente per affrontare le spese di locazione presenti sul mercato. Il nostro intento è quello di continuare ad aiutarli, facendoci da tramite, grazie all’impegno personale dell’assistente sociale, nella ricerca di appartamenti dove possano vivere insieme, a basso canone di locazione ed offrendo loro, tramite l’Unione dei Comuni, un contributo fino ad un massimo di 750 euro per ogni nucleo famigliare. Alla luce di questo c’è da dire che alcuni condomini si sono dati subito da fare per trovare un nuovo alloggio, mentre altri, per i quali il Comune aveva individuato due appartamenti di piccole dimensioni al costo di 300 euro mensili, hanno risposto di non voler condividere l’alloggio mentre in un altro caso, di non gradire la soluzione proposta perché l’appartamento è collocato nella parte alta della città, troppo distante dal centro. Quindi non li abbiamo abbandonati e nessuno, il 31 ottobre, li manderà via dal Condominio. Aspetteremo ancora qualche settimana affinché per tutti venga individuata una nuova sistemazione”.
“Inoltre, per quanto riguarda i termini dell’emergenza abitativa, c’è da sottolineare che il Comune di Giulianova non ha mai avuto un regolamento che stabilisca, come accaduto per i nuclei famigliari del Condominio Solidale, con quale criterio si scelga un cittadino rispetto ad un altro per beneficiare di questo tipo di assistenza – continua l’Assessore Albani – e sarà quindi impegno di questa amministrazione comunale quello di predisporlo, oltre a reperire un paio di strutture, che verranno utilizzate esclusivamente per accogliere chi ne avrà bisogno per un periodo di sei mesi ( o di massimo un anno)”.
“L’edilizia popolare non è di competenza comunale ma regionale e nonostante questo continueremo a dare importanza all’emergenza abitativa, purché si rispettino determinati criteri di durata ed assistenza – dichiara il Sindaco Costantini – Metteremo a disposizione di chi ne avrà necessità delle strutture, purché l’assistenza abbia una durata prestabilita e le persone si adoperino per reintegrarsi nella società. I nostri predecessori hanno portato avanti l’iniziativa del Condominio Solidale per 6 anni, facendo una scelta politica che noi non ripeteremo e spendendo ben 300 mila euro di soldi pubblici per mantenere 11 persone (sempre le stesse), quando con quei fondi avrebbero potuto e dovuto aiutarne di più ed in modo diverso e più qualificato. Inoltre, in punto di diritto, bisogna specificare che gli inquilini del Condominio Solidale hanno tutti dei figli, o comunque una rete famigliare alle spalle, che dovrebbero, come è naturale che sia, prendersi cura di loro, non lasciando che a farlo debba essere la pubblica amministrazione”.
“Inoltre dobbiamo annunciare che la spesa sociale del Comune è aumentata, in quanto è raddoppiato il numero di minori ospiti di Case Famiglia, ai quali come amministrazione diamo l’assoluta priorità – conclude l’Assessore Albani – insieme ai disabili e agli anziani che non hanno alle spalle una famiglia che possa aiutarli”.