GIULIANOVA – Lo spoglio delle schede votate, il 15 dicembre nel Quartiere Annunziata di Giulianova, a conclusione di una giornata elettorale molto faticosa e partecipata, ha offerto alla riflessione della classe politica giuliese, ma soprattutto dei cittadini, un quadro di grande interesse.

Faticosa perché nel Seggio elettorale hanno prestato la loro opera volontari che hanno messo a disposizione l’intera domenica di sole, sottraendola a sé stessi e alle famiglie. Bisognerebbe ringraziarli all’infinito per un’abnegazione che deriva da forte consapevolezza e grande disponibilità; partecipata perché si è recato alle urne circa il 20% degli aventi diritto. Si tratta della quarta votazione in sei anni (una fu per la sostituzione di membri mancanti) e quella percentuale è in continua ascesa.

Entusiasmante appare il risultato del neo-Presidente (Alessandro Brandimarte, con cui mi congratulo) che ha ottenuto oltre il 34% delle preferenze espresse. Queste sono state 916 da 643 votanti. Il secondo classificato (Dante Iampieri) ha ottenuto il 18% e mi congratulo anche con lui: egli assumerà le funzioni di Presidente nei casi di assenze o impedimenti del primo.

Nasce così un organismo partecipativo di undici componenti che, come da regolamento comunale, non è centro di potere, né sostitutivo dei cittadini del Quartiere, né mano lunga di alcun partito, bensì uno strumento di quei cittadini, dedito alla promozione della loro partecipazione alle politiche comunali che li riguardano. Al suo interno, nonostante la differenza di consensi personali, non vi sono gerarchie, ma ruoli; il Presidente e i delegati hanno obblighi, incombenze e funzioni affinché la partecipazione dei cittadini sia massimizzata il più possibile. Il Comitato non decide alcunché né comanda su qualcosa: è un mezzo importantissimo nelle mani dell’Assemblea di Quartiere, unico soggetto titolato a “decidere” proposte e impulsi all’Amministrazione comunale. A tale proposito e con questo fine, il Comitato può darsi delle regole interne di funzionamento (oltre quelle stabilite nel regolamento comunale) che però, anch’esse, devono essere approvate dall’Assemblea pubblica dei cittadini del Quartiere.

Non è un risultato da poco e sono convinto che il sistema dei partiti prima o poi riconoscerà almeno alcune piccole/grandi cose:

1. La politica non è appannaggio esclusivo dei partiti. Purtroppo, ad essi vanno sempre meno consensi da parte dei cittadini che si sentono sempre più espropriati di partecipazione e ruolo attivo;

2. I partiti siano più lungimiranti e imbocchino la strada del rinnovamento della politica cominciando a farla «con» i cittadini, non «su di essi». A Giulianova esistono strumenti normativi d’avanguardia che forniscono importanti mezzi destinati a tale rinnovamento (referendum comunali, forum cittadino, proposte di iniziativa popolare e vari altri), bene, si usino! Si mostri il coraggio per questo segnale di discontinuità.

Sono convinto che questa svolta sia possibile perché ne vedo i segnali e di questo mi rallegro. Da un lato, infatti, il Governo della città (seguendo di più i dettami della legge, dello Statuto e dei regolamenti) offre nuovo impulso rispetto al recente passato in cui l’esperienza partecipativa giuliese sembrava volutamente avviata verso un irrimediabile affossamento; dall’altro, l’interessamento mostrato in particolare da un partito di opposizione a questi strumenti di trasformazione della politica, testimonia una svolta da osservare con attenzione e da incoraggiare. Bravi!

Non ho mai pensato che il rinnovamento della politica fosse facilmente raggiungibile e in poco tempo, ma dieci anni (fra alti e bassi, battute di arresto e rilanci anche inattesi) sono stati sufficienti per avviare a Giulianova un nuovo corso attuativo, nel nostro piccolo, dei più elementari principi della democrazia costituzionale.

Giulianova 16 dicembre 2019

Carlo Di Marco