L’acqua abruzzese, secondo Wwf e
Legambiente, è a fortissimo rischio di inquinamento da
petrolio, ma il piano adottato recentemente dalla Giunta
Regionale non affronta il problema.
E’ quanto denunciano le due associazioni ambientaliste in un
dossier presentato oggi, “Acqua a rischio petrolio! Modificare
il Piano Tutela delle Acque della Regione Abruzzo per far fronte
alla petrolizzazione della Regione”, con cui chiedono che siano
recepite le loro osservazioni allo scopo di “fermare la deriva
petrolifera”.
Il Piano di Tutela delle Acque, sottolineano le due
associazioni, dovrebbe definire “tutte le misure per la
protezione e conservazione delle acque”, ma la versione
adottata dalla Giunta regionale “incredibilmente non accenna in
alcuna parte al tema dello sfruttamento degli idrocarburi”.
“Riteniamo che il Piano di Tutela debba prevedere specifici
divieti alle attività di ricerca e coltivazione di idrocarburi
– sottolinea il consigliere nazionale del Wwf, Dante Caserta –
per quanto riguarda la tutela dei corpi idrici sotterranei e la
tutela dei corsi d’acqua, prevedendo consistenti fasce di
rispetto attorno al reticolo idrografico superficiale”.
Il presidente di Legambiente Abruzzo, Angelo Di Matteo,
commentando il dossier parla invece di “dati incontrovertibili
sulla pericolosità” e definisce “grave” il fatto che la
Regione abbia varato un Piano di Tutela che “non affronta il
rischio derivante dallo sfruttamento, lavorazione e trasporto
degli idrocarburi”.
Il Piano di Tutela delle Acque, concludono le associazioni,
“assieme ad altri strumenti, dovrà costituire uno dei baluardi
tecnici della regione contro la deriva petrolifera per
assicurare la tutela a tutto il territorio regionale”.
(ANSA).