Nella storia della resistenza italiana – giunta a compimento attraverso l’oscurità della cospirazione, dell’esilio, delle carceri e dei luoghi di confino e illuminata, infine, di sacrifici cruenti – si inseriscono le vicende di cui fu teatro il Bosco Martese.
Una rivolta – definita da Ferruccio Parri come “la prima battaglia in campo aperto dell’antifascismo italiano” – condotta da patrioti delle vecchie e nuove leve e da partigiani appartenenti alle classi sociali più disparate: contadini, artigiani e studenti. Una pagina di storia colorata di gloria e di eroismo che, sicuramente, rende onore a tutta la provincia di Teramo.
Mentre a Roma i governanti che avevano condotto l’Italia verso la catastrofe se la davano a gambe, a Teramo si costituiva un comitato insurrezionale con a capo diversi esponenti tra i quali il Dott. Mario Capuani, Vincenzo Ercole Orsini – quest’ultimo ebanista, insignito della medaglia d’oro alla memoria per la resistenza e dal quale prende nome uno dei principali viali di Giulianova – e Adelchi Fioravanti. La volontà di ribellarsi al nazifascismo, di cancellare tanti errori ma, soprattutto, di costruire un avvenire migliore, spinse giovani e anziani a darsi appuntamento tra quei boschi, prevedibilmente con la morte, tutti uniti da un ideale comune: la libertà.
Durante le ore immediatamente precedenti alla battaglia, non mancarono attimi di sgomento e preoccupazione tra i combattenti, arroccati nel bosco, che avevano lasciato mogli, figli e parenti allo scoperto da possibili rappresaglie naziste.
Le ostilità iniziarono la mattina del 25 settembre 1943 quando, una colonna di automezzi carichi di soldati tedeschi comandati dal maggiore Hartman, muoveva verso la montagna teramana con l’intento di distruggere le postazioni partigiane del Bosco Martese. La resistenza dei patrioti teramani fu talmente intensa che i tedeschi, armati fino ai denti e convinti di potere avere la meglio con una certa facilità, furono costretti a battere la ritirata e a tramutare la loro tracotanza in una moderata prudenza. In risposta alla bruciante sconfitta, le forze tedesche consumarono atroci vendette e violentissime rappresaglie a danno della popolazione civile. Il resto degli anni, passando per il 25 aprile 1945 fino ai giorni nostri, appartiene alla storia.
A noi, oggi, in occasione della celebrazione dell’anniversario del Bosco Martese, sembra doveroso riportare alla luce questo avvenimento che contribuì fortemente alla liberazione italiana dal fascismo e dai tedeschi nonchè a dare impulso al complicatissimo processo di ricostruzione del nostro Paese che, uscito devastato dalle rovine della guerra, doveva necessariamente rinascere su nuovi ordinamenti liberali e democratici.
Pertanto, il nostro obiettivo è quello di ricordare la battaglia di Bosco Martese non come una semplice ribellione ma come una pagina gloriosa nella storia della resistenza italiana dove fierezza, spirito di sacrificio e l’amore per la libertà rappresentarono per il popolo teramano e per L’Italia intera un unico e irrinunciabile ideale di vita.
PARTITO DEMOCRATICO
DI GIULIANOVA