Editor's Rating

ALBA ADRIATICA – In attesa del prossimo sopralluogo della Soprintendenza, fissato per giovedì 7 novembre, credo sia doveroso informarvi sui reali contenuti dell’indagine svolta dall’Ufficio Fitosanitario Regionale, in data 8 ottobre 2024, relazionati all’Ente con nota a firma della Dirigente, ricevuta a mezzo PEC il 24 ottobre, che pubblico integralmente.

Ma veniamo al dunque.

Il Neo-Comitato per la Tutela del Verde Pubblico Provinciale diffonde a mezzo social una propria interpretazione, ritengo inesatta, del parere ricevuto dall’Ufficio Tutela Fitosanitaria Regionale, facendo intendere ai cittadini che, dall’ispezione visiva, i pioppi presenti sul Lungomare siano in salute, tranne qualche esemplare, e lasciando dedurre, o deducendo, che le analisi agronomiche delle quali l’Ente si è dotato dal 2022 siano smentite dall’Osservatorio Fitopatologico abruzzese.

A questo punto è necessario chiarire che le analisi condotte dall’Ispettore Fitosanitario sono state focalizzate sull’esclusiva presenza eventuale di un singolo patogeno regolamentato – l’Anaplophora Glabripennis o tarlo asiatico – la cui presenza era stata ripetutamente segnalata nella Regione Marche, rappresentando, pertanto, un fattore di rischio anche per la Provincia di Teramo.

Come riferito dallo stesso Ufficio Tutela Fitosanitaria, dall’ispezione non emergevano sintomi afferibili all’Anaplophora Glabripennis, confermando che “alcuni esemplari presentano dei segni di sofferenza ad interessamento di alcune branche, riconducibili a sintomi di carie”.

Inoltre, l’Ufficio Tutela Fitosanitaria ribadiva che “nulla si può dire riguardo la presenza di altre fitopatie, non rilevabili all’ispezione visiva, che possono comunque compromettere la vitalità dei pioppi e la stabilità delle piante e per le quali occorrono specifiche indagini”, non di sua competenza.

Occorre quindi chiarire che la nota suddetta, che il Neo-Comitato Tutela del Verde Pubblico Provinciale vuol far apparire come opposta rispetto alle valutazioni agronomiche acquisite dal Comune di Alba Adriatica, in realtà è volta alla semplice verifica della presenza di uno specifico patogeno (Anoplophora glabripennis, come detto) – parassita oltretutto mai riscontrato nemmeno nelle perizie agronomiche del progetto e condotte da “Res Agraria”.

Lo stesso servizio Regionale, oltretutto, rimanda ad analisi specifiche sulla stabilità delle piante, cioè ad analisi bio-statiche, suggerendole anche nella risposta inoltrata al Comitato, nella quale  “consiglia l’esecuzione di specifiche indagini tecniche volte ad avere una indicazione circa la stabilità delle piante stesse”; indagini di approfondimento strumentale che l’Ente comunale ha già fatto anche eseguire per il primo tratto oggetto di intervento e che sono tutt’ora in corso per tutte le alberature ancora presenti.

L’Ente Comunale si è sempre mosso accertando le condizioni bio-statiche delle alberature presenti nei tratti interessati dai lavori, con più relazioni agronomiche albero per albero (nel 2022, 2023 e 2024), e con l’adozione di diverse metodologie di indagine  – visive VTA e strumentali mediante dendrodensimetro, strumento che consente di determinare la densità del legno, individuare anomalie nel fusto, stimare l’estensione delle carie ed evidenziare la presenza di alterazioni interne anche quando queste non sono rilevabili attraverso un’ispezione esterna – procedendo, quindi, con approfondimenti successivi, e misurazioni tecniche, nel passaggio dalle fasi progettuali a quelle esecutive.

Tutto, quindi, dipende da come questa vicenda la si vuol raccontare ai cittadini, in effetti.