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TERAMO – Nella giornata di ieri, il TAR Abruzzo con ordinanza n. 169/2024 ha accolto l’istanza cautelare proposta dal WWF Italia, rappresentato e difeso dall’Avv. Francesco Paolo Febbo, nel ricorso contro la Regione Abruzzo e il Comitato di Coordinamento Regionale per la Valutazione di Impatto Ambientale sui lavori previsti dalla Regione nel terzo lotto delle opere di difesa della costa a nord della Foce del Torrente Calvano nel Comune di Pineto. L’intervento prevede la realizzazione di sei diversi setti di scogliere emerse lunghe ciascuna 90 m che interferirebbero con il bellissimo tratto di litorale di Pineto centro, l’Area Marina Protetta Torre del Cerrano e con il sito della Rete Natura2000 dell’Unione europea.

Il WWF, che in precedenza aveva sollevato obiezioni rispetto alle opere da realizzare sia per quanto riguarda la procedura seguita sia per gli impatti erosivi che potrebbero avere sulla linea di costa e sull’area protetta, chiede l’annullamento del giudizio del Comitato VIA della Regione Abruzzo favorevole all’esclusione della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale e favorevole alla Valutazione di Incidenza Ambientale.
Il TAR ha riconosciuto, come evidenziato dal WWF e dall’Area Marina Protetta durante l’iter autorizzativo, che l’intervento ha incidenza anche all’interno dell’area protetta e, considerato il pericolo di danno all’ambiente, ha disposto la sospensione, in attesa che il CTU nominato completi le sue verifiche e consegni la sua Relazione finale.
“Abbiamo ottenuto un primo importante risultato con la sospensiva e proseguiremo affinché si giunga all’accoglimento nel merito delle nostre istanze”, sottolinea Dante Caserta, Responsabile Affari Legali e Istituzionali del WWF Italia. “Quello che spiace è che, per l’ennesima volta, la Regione Abruzzo, invece di trovare delle soluzioni condivise con un’area protetta, provi a forzare la mano costringendoci a ricorrere alla giustizia amministrativa. Questo non fa che disperdere i soldi dei contribuenti e rallentare i tempi di realizzazione delle opere. La presenza di un’area marina protetta di livello nazionale e di un sito della Rete Natura2000 dovrebbe spingere verso l’adozione di tutte le misure precauzionali necessarie, ai fini della sua protezione. Senza considerare, poi, che la realizzazione di queste opere, come previsto nello Studio Preliminare Ambientale della Regione, comporterà un arretramento della linea di riva di 18 m nel tratto a nord dell’Area Torre di Cerrano che per essere mitigato richiederà ripascimenti da 700.000 euro ogni anno! Uno sperpero di fondi pubblici che in ogni caso proverà ad intervenire sugli effetti dell’erosione costiera e non certo sulle cause che la originano”.