Ill.mo sindaco,
dopo la pubblicazione degli ultimi studi da me condotti, ma questo è un particolare, sulla struttura della originaria città acquaviviana mi aspettavo che l’amministrazione comunale avrebbe preso atto di tali risultanze, quanto meno per variare la toponomastica dei bastioni che oggi appare clamorosamente errata
. Nel 2009 pubblicai sulla rivista “Madonna dello Splendore”, che si distribuisce in occasione della omonima festa, e proprio perché tale pubblicazione è estremamente diffusa, una piantina del 1861 dove erano rappresentati i primi tre bastioni del lato ovest delle mura di cinta, con l’indicazione dei nomi: a partire da sud, S. Francesco, Il Bianco e Mozzone. Nella consueta presentazione della rivista, alla luce del piccolo scoop che si pubblicava, mi fu dato ampio spazio per poter esporre gli esiti della mia ricerca. Anche la seguitissima emittente locale Radio G, sempre attenta a quanto accade nella nostra città, mi invitò per una trasmissione. Nello stesso periodo pubblicai tali studi sulla prestigiosa rivista della nostra biblioteca provinciale “Notizia dalla Delfico” che è un punto di riferimento per tutti gli studiosi ed appassionati della provincia di Teramo e non solo. Nel marzo del 2010, con Sandro Galantini e con il professor Mario Bevilacqua, in un seguitissimo convegno nel sottobelvedere (la sala era gremita) fu dato conto di tali nuove acquisizioni anche con l’ausilio di proiezione di documentazione grafica inedita. Nello scorso ottobre, nel convegno per le celebrazioni del 150° anniversario del passaggio del re Vittorio Emanuele II a Giulianova, tenni una relazione su tale argomento. Tale scelta era motivata dall’intento di voler raccogliere la consegna di don Riccardo Cerulli che cinquanta anni prima aveva inteso celebrare il centenario dell’ untià d’Italia pubblicando “Giulianova 1860” e negli anni novanta, in uno dei suoi ultimi scritti, con grande onestà intellettuale, aveva ammesso che molto probabilmente aveva commesso qualche errore nella attribuzione dei nomi ai bastioni, auspicando che tali studi fossero ripresi ed approfonditi. Mi sarei aspettato quindi che l’amministrazione comunale, tra l’altro organizzatore di tali convegni di studi, avrebbe preso qualche iniziativa, perlomeno nel nominare esattamente i bastioni. L’altro giorno ho invece ricevuto un invito ad intervenire alla cerimonia di apposizione di uno “stendardo artistico” … con indicazione sbagliata. Non si tratta di puntiglio, o di una cosa “poco importante” rispetto ad altre. Spesso queste cose danno la misura dell’approccio che abbiamo rispetto alla storia e ai beni culturali della nostra città e non solo. Nuovi studi e “scoperte” sulla nostra città dovrebbero “naturalmente” interessare innanzitutto gli amministratori! L’impegno civico se non nasce da una passione, o comunque da un interesse, da che cosa è motivato? Una volta gli amministratori locali erano i primi depositari della storia e delle tradizioni della città proprio perché il desiderio di mettersi al servizio della città nasceva dall’amore per essa e per la sua storia. Oggi non mi pare che sia più così e spesso diamo un idea di sciatteria, di noncuranza, di pressapochismo, come nel caso in questione. Spero allora che si voglia far tesoro di questa occasione per riparare prontamente. E’ giusto e opportuno indicare adeguatamente i nostri beni culturali, è positivo che si coinvolgano sinergie di entità diverse dall’ente pubblico, ma facciamolo con esattezza e rigore!
Distinti saluti,
Ottavio Di Stanislao