Il consiglio regionale, nella
seduta straordinaria del pomeriggio, ha discusso ma non
approvato alcun documento sull’alluvione del primo e due marzo
scorsi in provincia di Teramo per mancanza del numero legale.
La situazione si è determinata per l’assenza in massa dei
consiglieri della maggioranza di centrodestra che hanno marinato
la seduta “per dire basta all’abuso di consigli straordinari
convocati dalle opposizioni di centrosinistra per argomenti non
straordinari che possono essere trattati nelle sedute
ordinarie”, così come annunciato in mattinata dal capogruppo
del Pdl, Lanfranco Venturoni.
La decisione ha fatto insorgere le opposizioni che avevano
convocato il Consiglio per denunciare il fatto che a due mesi
dall’evento calamitoso nessuno stanziamento né regionale né
statale, nonostante le promesse del presidente della Giunta,
Gianni Chiodi, per i danni è stato fatto con i Comuni alle
prese con gravi disagi infrastrutturali, sociali ed economici
per sanare i quali secondo una stima occorrerebbero 100 milioni
di euro.
Il centrosinistra ha posto l’accento sul fatto che la
situazione è bloccata perché il decreto Mille Proroghe
approvato dal Governo che impone alle regioni la cosiddetta
tassa sulle disgrazie, costituita dall’aumento delle imposte e
dell’accuse sulla benzina, come passaggio propedeutico per
accedere ai fondi nazionali, è stata impugnata davanti alla
corte costituzionale dalla Giunta regionale alla stregua di
altre Regioni.
In aula, oltre ai consiglieri di opposizione erano presenti
il già citato Venturoni, i consiglieri Walter di Bastiano,
Emilio Iampieri e Riccardo Chiavaroli del Pdl, ed Emilio Rabuffo
di Fli. Sul banco degli impuntati sono finiti lo stesso
Venturoni e il presidente Chiodi, entrambi teramani, accusati
“di aver tradito ed offeso la provincia di Teramo”. Tra i
banchi della opposizione sono comparsi due striscioni: “I
Chiodi hanno un destino: essere battuti” è stato esposto dal
capogruppo del Pd, Camillo D’Alessandro, “Non basta
l’alluvione: la frana è Chiodi” dal consigliere regionale del
Pd Claudio Ruffini.
In aula anche una decina di sindaci di centri della provincia
colpiti dall’alluvione che hanno denunciato lo stato di
difficoltà, con strade, ponti ed infìrastrutture fuori uso, e
il rischio di dissesto finanziario per le loro amministrazioni
per l’assenza di intervento, accusando Chiodi e l’assessore al
ramo Gianfranco Giuliante e tutta la maggioranza per aver
abbandonati i lavori.
Venturoni e Chiavaroli hanno spiegato che Chiodi e la
maggioranza sono impegnati, anche nei confronti del governo, per
reperire fondi per l’alluvione. (ANSA).