“La recente decisione del Comune di Giulianova di introdurre la sosta a pagamento, momentaneamente limitata su parte dei parcheggi ma con serio rischio di successiva estensione a tutto l’anno per le solite adducibili esigenze di bilancio, e la contemporanea esclusione della tassa di soggiorno danno adito ad alcune riflessioni sulle rispettive opportunità”.

Lo sostiene l’ex presidente dell’Azienda di Soggiorno di Giulianova, Eden Cibej, sottolineando che “già negli anni ’60 i villeggianti corrispondevano tale tassa senza obiezione alcuna data la trascurabilità dell’importo, ininfluente rispetto al costo della vacanza; la scelta della quale non verrebbe quindi condizionata dalla tassa di soggiorno, peraltro prevista in tante altre località. E’ grave invece che il cittadino, villeggiante e non, sia impedito nella libera fruizione del suo territorio dovendo pagare per frequentarlo. Questo sì che danneggerebbe il turismo, oltre a rappresentare una seria limitazione alla libertà di spostamento dei cittadini”. Tra l’altro – ha calcolato il prof. Cibej – nell’ ipotesi che i 1.214 posti a pagamento venissero utilizzati tutto l’anno per 8 ore al giorno, sui cittadini graverebbero 3 milioni 544 mila 880 euro al costo di 1 ero l’ora; e 1 milione 772 mila 440 euro al costo di 50 centesimi: ben oltre i 600 mila euro trasferiti in meno dallo Stato e presi a pretesto per fare cassa”. Circa la dichiarazione dell’assessore Mellozzi che giustifica i parcheggi a pagamento con la volontà di “non mettere le mani nelle tasche dei giuliesi attraverso l’aumento della TARSU”, Cibej lo smentisce affermando che le mani sono state messe nella tasche dei disabili reintroducendo, già nel 2010, la Tarsu a loro carico contemporaneamente concedendo un contributo di 130 mila euro alla Società di calcio, cioè facendo uscire in meno quella somma dalle tasche del suo presidente. E’ politica popolare?”