GIULIANOVA – Sulla questione Ente Porto non si fa attendere la replica di Gianluigi Core.
“In merito alle considerazioni contenute nella lettera firmata dai consiglieri regionali Monticelli e Mariani e dall’Assessore Pepe concernente una mia eventuale “incompatibilità politica” a ricoprire il ruolo di componente del consiglio di amministrazione dell’Ente porto urge da parte mia fare chiarezza su alcuni punti sollevati e che difettano in maniera evidente sia dal punto di vista formale che sostanziale.
Leggendo con attenzione lo Statuto, strumento che disciplina il funzionamento e l’organizzazione dell’Ente si evince chiaramente (art 20, comma 3) che è l’Assemblea “con il voto favorevole della maggioranza dei voti assembleari” e non tre referenti seppur di un importante socio come la Regione Abruzzo a determinare la revoca del mandato di un componente del CDA. Assemblea che non meno di 2 mesi fa ha deliberato con la presenza della maggioranza delle quote rappresentate, quindi in piena legittimità dal punto di vista statutario, di affidarmi l’incarico di componente del CDA dopo una attenta valutazione dei curricula che sia io che i miei colleghi avevamo debitamente presentato in virtù di un principio di merito esplicitamente richiamato nello Statuto (art 18 comma 4 e 6).
Per quanto riguarda le considerazioni sulla mia appartenenza politica e alle illazioni su un mio ipotetico opportunismo politico respingo con ancora più forza e sdegno quanto affermato dai rappresentanti sopracitati. Il sottoscritto seppur nel suo breve impegno politico non ha mai anteposto ragionamenti o calcoli politici a qualsivoglia scelta o presa di posizione e in questa fattispecie ne è prova che al giorno della mia nomina non era affatto prevedibile né la scissione all’interno del PD né tantomeno la nascita di Articolo 1 che vorrei ricordare non nasce come movimento antagonista ai partiti di centrosinistra ma anzi tende a rafforzare il campo progressista evidentemente indebolito da politiche e da ragionamenti che in questi anni si sono dimostrati lontani dai veri bisogni dei cittadini.
Sono tuttavia consapevole che in un momento delicato come quello che stiamo vivendo sia dal punto di vista economico che sociale non serva esacerbare i toni del dibattito politico e del mondo istituzionale, ragione per cui sono disposto fin da ora, qualora l’Assemblea lo ritenesse opportuno, a rimettere il mio incarico di consigliere dell’Ente porto convinto che siano sempre le persone a dover mettersi al servizio delle istituzioni e delle comunità che esse rappresentano e non viceversa.”