GIULIANOVA – Per il caldaista omicida, Dante Di Silvestre, la difesa ha chiesto l’applicazione del braccialetto elettronico al posto del carcere. E’ la “carta” che ieri mattina l’avvocato Gennaro Lettieri e Nadia Baldini, del Foro di Teramo, hanno voluto “giocare” dinanzi il Tribunale della Libertà dell’Aquila, avverso la misura custodiale in carcere che ha raggiunto il 60enne artigiano di Selva Piana, nel giro di un’ora circa dal suo ritorno in libertà a causa di un cavillo procedurale. In sostanza secondo i due legali, l’arresto “bis” andrebbe emesso in un ambito eccezionale e per di più motivato. Circostanza secondo lo stesso Lettieri che non sarebbe avvenuto. “Mi devono spiegare – ha detto l’avvocato – perché gli arresti domiciliari non sono idonei. Di Silvestre ha 60 anni, per una vita ha fatto il caldaista, ma quale condotta può reiterare”. Il legale, ha anche lamentato l’impossibilità di poter svolgere indagini difensive, sui vestiti della vittima (Paolo Cialini informatico di 49 anni, che al momento dell’omicidio era insieme alla figlioletta di 6 anni); su due batuffoli intrisi di una sostanza rossa, rinvenuti sul luogo della tragedia due giorni dopo l’omicidio; sullo stesso coltello utilizzato dall’omicida per sferrare un solo fendente che si rivelerà mortale, ma anche sull’orologio della vittima e sul telefono cellulare dell’indagato. Il Collegio del Tribunale della Libertà dell’Aquila, si è riservato di decidere nelle prossime ore. Nel mese di luglio Di Silvestre era uscito per circa un’ora dal carcere di Teramo dopo la decisione dello stesso Tribunale della Libertà dell’Aquila, che aveva dichiarato la nullità dell’arresto dell’anziano per un cavillo procedurale; una mancata notifica ad uno dei legali sullo slittamento dell’udienza che si sarebbe dovuta discutere dinanzi lo stesso Tribunale della Libertà dell’Aquila. Decorsi i termini i giudici sono stati costretti a disporre la libertà del caldaista, sulla quale non si è fatta attendere l’arresto bis per il 60enne sempre in carcere, con l’accusa di omicidio volontario aggravato.