TERAMO – Antonio Forlini resterà a fare il presidente del Ruzzo dopo l’approvazione del bilancio entro la prima settimana di luglio, solo se avrà il voto unanime dei sindaci soci dopo le polemiche in corso e dopo che il duo Di Sabatino-Di Pietro hanno manifestato l’intenzione di voler mettere a capo del Ruzzo un loro fidato: l’avvocato Giancarlo Di Lucanardo già presente dell’Ato.

Ma Forlini avrebbe i numeri per essere riconfermato alla guida della Ruzzo reti spa. La maggioranza di centrodestra che l’ha eletto 3 anni fa all’interno dell’assemblea dei soci è rimasta tale, anche al netto delle prossime elezioni comunali, in più Forlini ha incassato nel tempo i parerei favorevoli di sindaci e figure del centrosinistra. Difatti il suo lavoro ha incontrato il gradimento di molti amministratori di fazione opposta e la sua rielezione a fine giugno potrebbe dunque essere riconfermata. “Per la verità commenta Forlini desidererei avere l’unanimità dei voti, o quasi, alla prossima assemblea dei sindaci, perché i compiti che ha la Ruzzo reti nei prossimi anni sono davvero molto importanti, e ottenere il consenso bipartisan agevolerebbe il mio compito” dichiara al collega del Messaggero, Maurizio Di Biagio.

Nei 37 comuni aderenti, Teramo pesa di più avendo 5 quote, poi seguono Giulianova (Mastromauro ha già fatto conoscere la sua simpatia per Forlini), Alba Adriatica, Martinsicuro e Roseto con due. Avere un consenso più largo a questo punto diventa necessario. Dalle anticipazioni dell’attuale presidente il bilancio è migliorato (il progetto è stato approvato venerdì scorso) ma si comincerà a respirare alla Ruzzo dal 2018 in poi, per quella data porteremo le criticità fuori da qui. In buona sostanza quando terminerà il debito verso i fornitori che pesa per 18 milioni di euro: Abbiamo infatti tre milioni di euro all’anno che non ci permettono di sanare altre situazioni. Resta comunque un dovere continuare alla guida di Via Dati, piuttosto che un piacere, soprattutto nei confronti dei cittadini, un ruolo che vorrei recitare con uno spirito di servizio. Sul debito monstre di 94 milioni di euro delle passate gestioni, Forlini spiega che messo così non significa nulla: va declinato nelle varie componenti, ad esempio abbiamo dei crediti verso la Regione che pesano. Inoltre il presidente ricorda che i debiti di primaria importanza sono tre: Quelli verso le banche, verso i fornitori e verso i Comuni.