GIULIANOVA – Venerdì pomeriggio durante lo svolgimento del consiglio comunale è stata scritta una brutta pagina della vita pubblica giuliese.
Il nostro gruppo consiliare ha proposto di approvare un appello a favore del Referendum sulle trivelle. Questo il testo:
“Il gruppo consiliare Il Cittadino Governante, ai sensi dell’art. 58 del regolamento del consiglio comunale, propone al massimo consesso civico di esprimere in merito al Referendum Popolare del 17 aprile 2016 la seguenteMANIFESTAZIONE DI ORIENTAMENTO:
Il Consiglio Comunale di Giulianova,
coerentemente con la petizione approvata all’unanimità il 18 dicembre 2014, con cui si dichiarò l’impegno a “mettere in campo ogni opportuna azione amministrativa atta a scongiurare la prospettiva che il territorio abruzzese ed il suo mare vengano deturpati, che la salute della popolazione corra dei rischi, che l’economia regionale – in primis l’agricoltura ed il turismo – sia compromessa”
Invita
tutti gli elettori alla più ampia partecipazione alla consultazione referendaria del prossimo 17 aprile e ad esprimersi con un “Sì” all’abrogazione delle nuove norme che consentono lo sfruttamento dei giacimenti di gas e petrolio presenti nel sottofondo marino a meno di 12 miglia marine dalle linee di costa fino al loro completo esaurimento.”
Ci era sembrato logico e civile occuparsi di un importante appuntamento di democrazia diretta qual è il referendum.
Al momento di discutere il punto tutti gli esponenti del centro-destra (i consiglieri Retko, Di Giulio, Ciafardoni e Antelli) erano assenti. Erano presenti, invece, i consiglieri di maggioranza e del M5S.
Ma, incredibilmente, con una piroetta che ha del sensazionale, gli esponenti del PD e gli altri consiglieri di maggioranza hanno deciso di rigettare la nostra proposta-invito ai cittadini ad andare a votare compatti per difendere il nostro mare.
Si sono aggrappati, strumentalmente, al parere negativo espresso della segretaria comunale la quale ha citato la legge della Par Condicio che, notoriamente, regola sostanzialmente la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali e referendarie (che c’entra, quindi, con quello che può fare un consiglio comunale?).
Hanno rigettato persino l’ulteriore proposta che abbiamo avanzato di limitare l’appello agli elettori al solo invito ad andare a votare, come prevede la Costituzione.
Gli esponenti istituzionali del PD di Giulianova predicano bene e ancora una volta, al dunque, razzolano male.
Il PD di Renzi vuole le trivellazioni nel mare Adriatico e sta tentando di non far raggiungere il quorum per vanificare la vittoria del Sì. infatti: non ha fatto accorpare referendum ed elezioni amministrative, ha dato indicazione di astenersi al Partito Democratico, ha messo il silenziatore o quasi all’informazione sul tema referendario.
Capiamo il condizionamento degli esponenti locali del PD, si sentiranno come “vasi di terracottacostretti a viaggiare tra vasi di ferro”, ma in politica occorre, quando è necessario, avere il coraggio anche di dissentire se si vuole stare dalla parte dei cittadini e dei beni comuni. E questo era il caso: dal consiglio comunale di Giulianova, come era già accaduto in altre città, doveva partire forte e chiaro l’invito a tutti gli elettori giuliesi a partecipare al referendum del 17 aprile per difendere il nostro mare, le nostre campagne, la nostra salute e le nostre attività economiche. Ma è evidente che in consiglio comunale l’appello per il voto e per il Sì lo volevano solo Il Cittadino Governante ed il M5S.
Cari cittadini andiamo a votare tutti domenica 17 aprile per dare un contributo al raggiungimento del quorum e votiamo Sì, perché è l’unico modo per difendere le nostre bellezze naturali e la nostra economia e per far cambiare direzione – come accadde col referendum sul nucleare – nelle scelte di politica energetica a favore delle fonti rinnovabili.