EN presentano: LIFE LOVE LIGHT – CHIARA LUCE BADANO (Lunedi 22 novembre ore 21.15, Teatro Tenda)
Gli En nascono nel settembre del 2009 all'interno del Movimento Diocesano di Teramo diramazione del Movimento dei Focolari. Il gruppo è formato da dodici elementi dai 17 ai 41 anni di età.
Già questo dice molto sul loro progetto artistico: l'Unità. Unità che non vuol essere intesa come "omologazione di contenuti e di idee", come ci suggerisce la cultura odierna della globalizzazione che Tomas Friedman nel suo "il mondo è piatto" definisce come un fenomeno di appiattimento del mondo dal punto di vista dei rapporti sociali. Ma Unità pur nella diversità degli stili musicali, dei pensieri artistici, dell'età. Anzi unità come valorizzazione della diversità. Questo sappiamo sia possibile solo instaurando rapporti veri, impregnati d'amore.
Lo spettacolo proposto ha come titolo "LIFE LOVE LIGHT" e racconta la vita di una ragazza: Chiara Badano.
Probabilmente questo nome suona famigliare, perché il 25 settembre 2010 Chiara è stata dichiarata beata, facendo si che la notizia rimbalzasse sulla stampa e su tutti i telegiornali nazionali, europei e extraeuropei. Ma chi era Chiara Badano e cosa ha di diverso rispetto alle altre ragazze della sua età? Chiara era una ragazza di 18 anni con un male (sarcoma osteogenico con metastasi) che oggi si potrebbe curare mentre negli anni ’80-’90 non prevedeva alcun rimedio. Nata a Sassello in provincia di Savona, trascorse un’infanzia spumeggiante e felice. Coltivò sin da piccola la propria fede grazie all’educazione ricevuta in casa e alla frequentazione della parrocchia. Un rapporto irrobustito e arricchito dall’incontro a 9 anni con il movimento dei Focolari. Una ragazza estroversa e sensibile come raccontano gli episodi d’infanzia, quando decise di destinare ai bambini poveri i suoi giocattoli nuovi e non come verrebbe normale quelli vecchi o rovinati. Esperienza, se vogliamo piccola ma paradigmatica di un rapportarsi con gli altri in modo semplice e nella verità. L’adolescenza di Chiara era un’emozionante ricerca di vere amicizie e voglia di futuro. Il liceo classico, la passione per lo sport e la natura. Poi, celato in un acuto dolore alla spalla, sopraggiunto durante una partita di tennis, il tumore alle ossa e la vita che si stravolge in un istante. Chiara una volta informata della gravità della propria malattia, rientrò in casa ed evitando gli sguardi dei genitori, si rifugiò in camera. Trascorsero 25 minuti e Chiara disse alla mamma: «Se lo vuoi tu Gesù, lo voglio anch’io». In un grappolo di tempo, 25 minuti, Chiara comprese il significato della sua esistenza.
Il Movimento dei Focolari ha sicuramente infuso in lei quel senso profondo della vita spirituale e comunitaria che le ha permesso di affrontare la malattia e la morte nella pace e nella serenità, arrivando addirittura a rinunciare alla morfina per non perdere la lucidità di continuare a pregare Gesù e restare in contatto con Lui.
Il merito di Chiara Luce Badano, come la chiamò Chiara Lubich, Fondatrice del movimento dei Focolari, è di aver incarnato una santità popolare, vicina all’uomo, un modello imitabile. La santità che viene mostrata come una via normale di vita, ma che irradia. Ecco la straordinarietà di "Luce". Non solo frutto di una scelta personale. Ma un cammino accompagnata dalla condivisione con la comunione dei suoi genitori, delle sue amiche del movimento.
Antonio Filipponi
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