Ecco il programma e i protagonisti della Festa Popolare di Città per vivere 



 

 Roseto degli Abruzzi    

6 – 7 – 8 Agosto 2012

Arena 4 Palme – ore 20.30

 

 Festa Popolare

di Città per Vivere

La Poetessa, Plinia Friggeri De Poloni, arrivò alla Stazione di Roseto nel novembre del 1917 insieme ai suoi tre figlioletti profuga della Grande Guerra.  E’ sepolta nel Cimitero di Montepagano.

Ho raggiunto il mio porto:

un piccolo nido dolce e tranquillo sull’Adriatico mare. Qui troverò la pace!Salve, o quieto rifugio in riva al mare!

Con quale voce ti potrò cantare?

O Borgo delle rose, che tendesti a me le bianche braccia sovra l’onde

e, “vieni” mi dicesti.

La Festa Popolare è organizzata dalla Associazione “Città per Vivere – Mia Casa d’Abruzzo”. Responsabile Pio Rapagnà.

 

L’ingresso è libero e gratuito.

 

  “…e tu, ritorna!”

LUNEDI  6 AGOSTO

Arena 4 Palme

 Memorie di un mondo incantato

 In difesa della Riserva Naturale del Borsacchio

 

Apertura della Festa con la esibizione per le vie di Roseto de “LA BANDA TERRIBILE

   Li Tamurre di Pretara  (Isola del Gran Sasso)

 

“Li Tamurre” hanno origine nella notte dei tempi, dalle viscere del Gran Sasso e ascoltarli è un ritorno vero alle sorgenti della musica e alla propria identità”.

Ore 21.00: Arena 4 Palme – Li Tamurre di Pretara suonano “La Diana”

Lettura di Poesie in lingua e in dialetto abruzzese: Giovanni Di Girolamo (Bellante) – – Franca Prosperi (Roseto) – Vittorio Verducci (Notaresco) – Vincenzo Ciafrè (Nereto)

 

Musica Popolare in Terra d’Abruzzo

Il Passagallo

in Concerto 2012

jèppa! Suoni e ritmi in Terra d’Abruzzo dalle sponde del Mediterraneo

Prof. Carlo Di Silvestre: chitarre e calascione; Graziella Guardiani: canto e flauti; Guerino Marchegiani:organetti e fisarmonica; Giovanni Ciaffarini: violino; Fabio Di Gabriele: tamburi a cornice; Gabriele Guardiani: percussioni.   

MARTEDI 10 AGOSTO

 Arena 4 Palme

Roseto Città Vivibile e Sicura

Variante alla Statale 16 e Piste ciclabili

ore 20.30:  apertura della festa

 

Esibizione di Organetti “ddù bott”

 

Dedicata ad ATTILIO RUGGIERI

“Maestro e Suonatore di organetti”

 

“Il ddu botte è una piccola fisarmonica d’Abruzzo con mantice rosso, stridula e pettegola. E’ stata inventata contro il malocchio e la malinconia. Sotto ogni tasto è una malalingua metallica in agguato, che appena prende aria, si sfoga contro tutti e sbatacchia canneti, sconvolge fienili e le colline si mettono per conto loro a ballare” (Luigi Antonelli ).

 

Lettura di poesie in lingua e in dialetto abruzzese: Rita Delicati (Roseto) – Giovanna Forti (Roseto) Tina Ferri (Roseto) –  Sante Mancini (Roseto) – Arianna Sforza (Roseto) –

 

Canzoni  e ballate popolari  del   

  Gruppo

FOLK VOMANO

   Diretto dal Dott. Sergio De Carolis

 

Il Gruppo è nato a Piano Vomano di Montegualtieri e da  anni si dedica alla esecuzione di suonate, canzoni, ballate tradizionali e riti del Sant’Antonio, del matrimonio, della  “partenza della sposa” ed altre ricorrenze. Raccoglie l’eredità artistica dei nonni e dei padri, come il Maestro Fanciullo Rapacchietti, che intende ritrasmettere alle   future generazioni. 

          MERCOLEDI 8 AGOSTO

Arena 4 Palme

Ricostruzione dei luoghi e delle anime

Un laccio d’amore con L’Aquila

 e con l’Emilia Romagna

 

ore 20.30: apertura della festa

 

Testimonianze e interviste: Umberto Braccili (Giornalista RAI Abruzzo); Ugo Centi (Direttore Controaliseo);  Patrizia Di Donato (Scrittrice); Azzurra Marcozzi (Giornalista e Poetessa);  Giovanna Forti (Scrittrice e Poetessa)

Esibizione del Gruppo di danza Folk

Laccio d’Amore

di Penna Sant’Andrea

   Il Laccio  d’amore  affonda  le  sue   origini nella  preistoria  essendo l’ultimo  residuo  di  una   più  vasta liturgia di riti agresti  di  venerazione  delle  divinità  arboree e di propiziazione della fecondità.  

   A Penna Sant’Andrea i ballo  del  laccio  è  rimasto  radicato  sino ad oggi assumendo la connotazione di danza tipica delle  feste  e  di  ballo  propiziatorio  dei  matrimoni  dai quali è tradizione  trarre  presagio  per   il  futuro,   dalla  riuscita  dell’intreccio e  del  disintreccio  dei nastri.

 

La festa si concluderà con il Ballo in pista

con i fantastici organetti “ddù botte”

           di Franco Ruggieri


Il Passagallo

Il Gruppo “Il Passagallo” (Lu Passagalle) è stato fondato a Pineto nel 1998 dal ricercatore ed etnomusicologo Prof. Carlo Di Silvestre, e propone un repertorio scaturito da una approfondita indagine svolta sul campo, attraverso un linguaggio sonoro – dai caratteri sia mediterranei che europei – ora ritmicamente incalzanti, ora melismatici, ora essenziali, ora densi di lirismo.

 

Il termine “passagalli” ci rimanda alle “passacaglie” suonate alle chitarre oppure ai suonatori che passavano per le calle (per le vie) eseguendo le serenate. Il Pittore Basilio Cascella in una delle sue cartoline denominata “la passagallia” (1901) ritrae tre suonatori: uno con piffero e due con i tamburi.

Di certo vi è la testimonianza di una serenata detta “dei passagalli” cantata sulla “zampogna zoppa” sino agli anni ’50 del novecento in località Pretara di Isola del Gran Sasso.

Una Tarantella composta dal Prof. Carlo Di Silvestre è ispirata dalle antiche sonorità che rieccheggiano nella Contea di Pagliara della antica Valle Siciliana sotto le pendici del Gran Sasso e alle sorgenti del Fiume Mavone.

L’ascolto delle musiche tradizionali, legate al mondo contadino e rurale, viene spesso relegato in una dimensione non gratificante, nella fruizione immediata della festa paesana. Viene così meno l’importanza del messaggio, il ruolo imprescindibile nel patrimonio culturale dell’Abruzzo.

La ricerca delle musiche originali proviene dallo studio effettuato dal Prof. Carlo Di Silvestre per la redazione di una tesi di ricerca in musica etnica, presso il DAMS (Università degli Studi di Bologna).
I canti popolari provengono dalle vive voci delle donne e degli uomini in Terra d’Abruzzo, in una versione assolutamente naturale e spontanea: la radice vera e genuina della melodia, l’essenza tramandata nei secoli dall’insegnamento orale.

In difesa della Riserva del Borsacchio

 

 

 All’alba, quando il sole spunta dal mare, impallidisce l’aria bruna, con un lungo brivido arretra dietro le alture e rapidamente scompare. Nel cuore dei boschi va a nascondersi e nei recessi più profondi.

  Verdi colline, in armonica sinfonia, si dispiegano a ventaglio, a partire dalle pendici delle candide vette degli Appennini. Accompagnano fiumi, torrenti e vallate nel loro sinuoso corso. Dolcemente digradando giungono infine a sfaldarsi nell’oro fine delle dune che il sole trapunta di brillanti, là dove danza l’onda spumeggiante.

   Se ti soffermi a osservare le acque, scorgi sulla superficie chiara e trasparente trame sottili, increspature ondulate come il lento movimento che affiora di un respiro calmo e profondo.    

 

   Se chiudi gli occhi, offrendo il volto ai raggi d’oro senti il tocco lieve di una tiepida carezza mentre il fresco soffio della brezza ti rapisce e sospende in un’aerea dimensione fluttuante oltre i limiti del tempo.    Il ritmico sciabordare, come una nenia, culla i tuoi sogni.

   Dai remoti lidi giungono rimbalzando sulle onde mormoranti echi di antiche melodie. Cantilene, racconti, voci, sussurri, luci, colori, essenze, umori, sapori. Umidi tepori mediterranei: Materni.

  

    Qui regnano spazi aperti e verdi praterie. Puoi sciogliere al galoppo i tuoi pensieri e lasciarti rapire dai sogni  ancora una volta. Domani altri giorni avrai luminosi.

Brano tratto dal libro “Colline incantate”

di Giovanna Forti